Si tratta dell’assistente capo di polizia Stefano Pressello, campione del mondo di judo nella categoria Master, ritratto nel numero di ottobre 2019 della rivista della Penitenziaria “Società, Giustizia e Sicurezza”. Peccato che Pressello, secondo il sindacato Sappe, non c’entri nulla con le violenze di Roma.
NO VAX A ROMA, POLIZIOTTO PENITENZIARIO MINACCIATO SUI SOCIAL
«Siamo stati informati di un clamoroso errore di persona che sta determinando una pericolosa situazione di incolumità personale per un nostro appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria». Dichiara il segretario generale del sindacato autonomo Sappe, Donato Capece, in un comunicato inviato alla stampa.
«Per un incredibile scambio di persona, l’Assistente capo Stefano Pressello (Campione del Mondo Judo Master e per questo destinatario della copertina del numero di ottobre 2019 della rivista “Polizia Penitenziaria – Società, Giustizia e Sicurezza”) è stato – a torto – identificato, su diverse pagine di social network, come autore di pestaggi in danno di persone fermate durante la drammatica manifestazione di sabato 9 ottobre in piazza del Popolo a Roma».
INTIMIDAZIONI ANCHE AI FAMILIARI
«Non è Stefano Pressello quella persona: ma, nonostante ciò, il collega ha ricevuto e sta ricevendo intimidazioni e minacce dirette a lui ed alla sua famiglia, ed è pertanto assolutamente strumentale l’uso della copertina della Rivista “Polizia Penitenziaria – Società, Giustizia e Sicurezza” che lo ritrae in un video artatamente realizzato», prosegue il sindacalista.
«Al di là delle eventuali iniziative che il collega Pressello vorrà adottare, auspicando altresì che anche il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria assuma ogni utile e necessaria azione, la direzione della rivista “Polizia Penitenziaria – Società, Giustizia e Sicurezza” si riserva di porre in essere ogni utile e necessaria iniziativa circa l’uso strumentale delle immagini, estrapolate dal loro contesto».