Il 29 aprile scorso le Commissioni Bilancio e Sviluppo Economico, hanno presentato una delibera che approva l’unificazione dei 5 consorzi industriali presenti nel Lazio, così come previsto dall’articolo 40 del Collegato al Bilancio 2018 (legge regionale 7/2018). Ne abbiamo parlato con Fabio Refrigeri, presidente della Commissione Bilancio della Regione Lazio.
Refrigeri la delibera di approvazione del Consorzio industriale unico cosa significa per la regione?
“La delibera presentata dalla Commissione è il frutto di una grande concertazione che è stata avviata con tutti i territori e ci tengo a sottolinearlo, ora c’è tempo fino al 10 maggio per far pervenire ulteriori proposte di variazioni o modifiche, che saranno poi discusse dalle commissioni riunite. C’è grande soddisfazione perché sicuramente il Consorzio unico rappresenta un obiettivo strategico per potenziare e modernizzare il nostro sistema industriale”.
Quando è stato avviato questo percorso il Covid non esisteva.
“I consorzi industriali della nostra regione sono nati in altre epoche, penso a quello nato a Cassino in concomitanza con l’avvio degli stabilimenti Fiat, oppure a quelli successivi, negli anni ’90, come quello di Latina. Oggi il mondo è cambiato, se parliamo di economia industriale non ci riferiamo più solo alla produzione in sé ma dobbiamo guardare anche al settore artigianale, agli assemblatori e, negli ultimi anni, allo sviluppo della logistica. Ecco perché occorre una programmazione su larga scala per trovare nuove opportunità e soprattutto per essere sempre più competitivi in un mercato globalizzato”.
C’è il rischio che i singoli consorzi perdano le loro specificità?
“Assolutamente no, la nostra idea è quella di un Consorzio unico che però abbia grande rispetto per tutte le espressioni locali, tanto è vero che è stato previsto, nel Cda del nuovo Consorzio unico, un rappresentante di ogni provincia e anche una serie di accorgimenti statutari che vogliono tenere conto delle singole specificità e della vocazione di ogni territorio”.
Un Consorzio unico che vantaggi avrebbe nell’immediato?
“È un’occasione importante perché ci sono una serie di fondi che riguardano proprio i consorzi industriali. Ad esempio c’è un emendamento nell’ultima manovra del Governo che concede alle ex aree del piano per il Mezzogiorno, come appunto i consorzi industriali, delle agevolazioni importanti. Poi ci sono i provvedimenti regionali che sono e saranno dedicati a queste aree e naturalmente spero che tutti sappiano cogliere questa grande occasione con la consapevolezza che per fare del bene al proprio territorio servono posti di lavoro, aumento del turismo, aumento della competitività, cioè tutti gli obiettivi con cui nasce il Consorzio unico industriale”.
Il Consorzio riuscirebbe già a sfruttare qualche fondo legato al PNRR?
“Io credo di sì, pensiamo solo ai miliardi che sono stati previsti per la transizione ecologica: come non pensare ad Anagni e a Rieti e ad una riconversione forte di quelle aree lì, in particolare a quei capannoni sottoutilizzati rispetto a quello che ormai è il nuovo modello industriale? Bisogna essere coraggiosi e lungimiranti, siamo in una situazione post-bellica e io sono convinto che questi consorzi potrebbero essere attrattore dei fondi del PNRR, per esempio penso anche alla riconversione di alcune aree nella zona pontina, si potrebbe pensare a degli accumulatori di energia con l’istallazione di impianti fotovoltaici e poi ancora alla regimentazione delle acque che cadono copiose in alcuni periodi dell’anno, magari provocando gravi danni, non solo all’agricoltura, e poi ci ritroviamo per mesi con problemi di siccità”.
Refrigeri che ne pensa dell’allargamento della maggioranza con l’entrata in giunta dei nuovi assessori pentastellati?
“Io sono molto ottimista, questi accordi non nascono mai a caso o all’improvviso, si è costruito un punto di approdo rispetto al programma e penso sia una bella esperienza: il rapporto è schietto, leale e credo si possa vivere una stagione unica in Italia visto che è la prova che entrambi i partiti sono stati capaci di accettare le sfide del futuro. Sono anche convinto che il Lazio può essere il prototipo per una prospettiva a livello nazionale”.