Ignazio Marino, sono delineati i 4 candidati dei vari schieramenti per la conquista Roma, che sfida sarà?
“La sfida che Roma merita è sulle soluzioni dei problemi principali: rifiuti, trasporti, viabilità, decoro urbano, povertà e disagio sociale. Ho cercato i programmi elettorali dei candidati. Calenda ha pubblicato da tempo un testo molto dettagliato con 9 aree programmatiche. Gualtieri ha un sito con tante foto ma solo 16 righe di programma. Michetti non ha reso pubbliche le proprie linee programmatiche. Di Virginia Raggi conosciamo alcune strategie di rigenerazione urbana, ma finora non ha pubblicato il programma: tuttavia, ha reso noto che lo sta scrivendo assieme ai cittadini e che progetterà molte nuove linee di tram. Purtroppo, i partiti tradizionali continuano a pensare che la politica sia un confronto di chiacchiere scialbe e non un dibattito appassionato sulle idee. Non stupisce che il 40% delle persone non vada più a votare”.
In questi giorni sta tornando purtroppo l’emergenza rifiuti. La capitale è paragonata alla situazione di Napoli nel 2008. La Raggi vorrebbe riaprire la discarica di Albano chiusa da 5 anni, lei cosa ne pensa?
“Chiusi Malagrotta con un piano preciso e i fondi per realizzarlo. E aumentai come mai prima nella storia di Roma la raccolta differenziata. Acquistai un nuovo tritovagliatore perché mi resi conto che ne potevamo avere uno di proprietà pubblica investendo meno denaro di quello che pagavamo ai privati in una sola settimana per l’uso di un tritovagliatore privato! Quel macchinario oggi si trova ad Ostia e, purtroppo, dopo aver trattato trecento tonnellate di rifiuti al giorno, non viene più utilizzato. Potrebbe immediatamente migliorare l’attuale situazione. Lo acquistai con l’obiettivo di sottrarre la gestione dei rifiuti di Roma dal controllo dei privati. Nonostante questo scopo fosse evidente, il suo uso non venne autorizzato dalla Giunta Zingaretti. Noi trovammo il modo di usarlo ugualmente. Questo ci permise di annullare il conferimento di circa 1.000 tonnellate al giorno di rifiuti all’impianto privato di Rocca Cencia, con un beneficio per le casse di AMA di 175.000 euro al giorno”.
L’asse Pd-M5S ha trovato nuova linfa nel mini rimpasto in Giunta Regionale. Secondo lei è il futuro anche a livello nazionale? A livello comunale invece?
“Le elezioni del 2018 nel Lazio non hanno consegnato la maggioranza al centro-sinistra che ha avuto 25 seggi su 51. Per questo Zingaretti all’inizio ha acquisito la collaborazione delle destre e più recentemente del M5S. Zingaretti è un brillante politico che riesce a realizzare alleanze che io non sarei assolutamente capace di costruire. Io credo ancora nelle ideologie. Credo che quelle ereditate dal secolo scorso debbano evolversi per i cambiamenti imposti dalla Storia ma alcuni principi non possono essere dimenticati. Il delitto commesso dai partiti è aver ucciso la passione nelle idee e nelle ideologie. In Italia esiste una maggioranza che si riconosce nella laicità dello Stato, nel diritto alla scuola pubblica, alla sanità pubblica e al trasporto pubblico: ma oggi, su questi temi, anche nei partiti che si presentano come eredi della sinistra, vi sono evidenti balbettii”.
Per lei che l’ha vinta, quella sfida, cosa deve fare un candidato che punti all’elettorato di sinistra per salire al Campidoglio?
“Deve essere di sinistra. Interpretrai questo concetto introducendo soluzioni pratiche.
Chiusi gli edifici fatiscenti dove i più poveri venivano ospitati dal Comune e per i quali Roma pagava 42 milioni di euro di affitto annuo a ricchi imprenditori per alloggiare solo 2.000 famiglie. Introdussi la possibilità per i cittadini di scegliere dove vivere avendo l’affitto pagato dal Comune. Così si restituisce la dignità ai più poveri e non si regala denaro pubblico a ricchi imprenditori. Cancellai 160 permessi edilizi che avrebbero tolto verde pubblico e costruito insediamenti urbani senza servizi. Sbloccai i lavori della Metro C e la misi in funzione perché Roma ha bisogno di trasporto pubblico su rotaie. È la capitale europea con il maggior numero di automobili (…) Pedonalizzai l’area archeologica centrale perché Roma deve scegliere se preservare i monumenti o i gas di scarico e l’inquinamento acustico”.
Ha avuto modo di dare un’occhiata al PNRR, mi dice cosa ne pensa?
“È ben scritto. Mi ha fatto piacere che parlando di trasporti Mario Draghi abbia inserito una tabella che riporta proprio i numeri di automobili presenti nei differenti Paesi Europei. Sono gli stessi numeri che ho ricordato prima e che nel 2014 mi spinsero a fare tutto il possibile per aprire la terza metropolitana di Roma”.
Secondo lei con il PNRR si concretizzeranno anche quei progetti di rigenerazione urbana e di trasformazione di Roma in una capitale più innovativa, sostenibile e moderna?
“La questione centrale si può riassumere in un aneddoto che circola in Europa: “vedremo quanti miliardi l’Italia restituirà perché non sarà in grado di utilizzarli…”. L’Italia ha ottenuto risorse economiche superiori a quelle di tutti gli altri Paesi: adesso occorrono progetti cantierabili e manager in grado di realizzarli.”