Gli accordi si escludono, ma sono partiti. Potrebbe essere Roberto Gualtieri il prossimo sindaco di Roma. Ma l’ex ministro dell’economia, espressione dei dem, ha una sola possibilità per sbaragliare al ballottaggio Enrico Michetti, il candidato del centrodestra, per ora favorito: Gualtieri, suo malgrado, dovrà instaurare un dialogo col leader di Azione Carlo Calenda e la sindaca uscente Virginia Raggi o per lo meno con uno dei due.
Dalla primo turno Michetti è uscito come vincitore in pectore con il 30,15% delle preferenze, Gualtieri ha chiuso col 27%,03. I due quindi se la dovranno vedere col secondo turno elettorale, il 17 e il 18 ottobre. Ma Calenda col 19,82% e Raggi 19.08% hanno un bacino enorme di voti in odore di centro sinistra da cui Gualtieri potrebbe pescare a piene mani con la responsabilità di offrire qualcosa in cambio, che in genere in politica si traduce in un apparentamento o perlomeno in una intesa.
GUALTIERI: “NON FAREMO APPARENTAMENTI”
Le dichiarazioni, quindi, per ora vanno prese con le pinze. “Noi non faremo apparentamenti”, ha detto Gualtieri evitando per ora la questua e prima ancora di allacciare rapporti diretti con Conte per agguantare i grillini, “ma ci rivolgeremo alle romane e ai romani, partendo dalle elettrici e dagli elettori di Raggi e Calenda”, con l’obiettivo di costruire “una città che funziona vicina alle persone”. Per poi precisare sul fronte Calenda che s’aspetta un sostegno al “candidato progressista e democratico (ossia a lui, ndr), sarebbe strano il contrario”. Calenda, invece, resta sibillino. “Le indicazioni di voto le deciderò nei prossimi giorni. Di certo mai accordi con i grillini in giunta”, ha dettato la prima condizione e sferrando una frecciata: “Ma dal Pd non mi avevano detto che ero di destra?”. Il leader di Azione, intanto, guarda dritto al nazionale con una carta vincente in mano: il suo è stato il simbolo più votato a Roma, sopra al Pd e FdI.
MELONI: “SIAMO IN TESTA
La sfida insomma è ancora aperta. L’avvocato amministrativisto Michetti, appassionato di antica Roma e calcio, intanto, ringraziata Giorgia Meloni che gli ha garantito una barca di preferenze, parla di risultati – ”siamo in testa, abbiamo vinto la prima parte della partita” – e annuncia come strategia quella di ”ripulire la città, tolleranza zero”. Salvini, deboluccio su Roma, tocca, invece, una nota dolente, l’assenteismo. “Una riflessione, senza inventarsi scuse: se la metà dei cittadini sceglie di non votare non è certo colpa loro, è solo colpa nostra”.
RAGGI NON SI SALVA DALLA CATASTROFE DEL M5S
A Virginia, che ha comunque arginato il crollo cinquestelle, non è rimasto che congratularsi con la doppietta Michetti-Gualtieri e salutare i romani: “È stato un onore essere alla guida di questa meravigliosa città, la mia città”. A Raggi, intanto, è arrivata la solidarietà della Meloni: “Ho trovato ingeneroso Conte che invece di restare con Virginia, se n’è andato a Napoli da Manfredi. L’ho trovato un po’ vigliacco”. Gualtieri, da parte sua, spera invece di vederlo presto Conte e sentirgli pronunciare parole magiche: “Ora votate Gualtieri”. Il bipolarismo è tornato.
Suppletive: vince Casu (Pd), ma votano solo 1/3
Il dato più clamoroso è senza dubbio il fatto che per le elezioni suppletive, cioè che assegnavano un seggio vacante alla Camera dei Deputati, ha espresso la propria preferenza solo 1 elettore su 3 dei quartieri Gianicolense, Aurelio, Pisana, Primavalle e Trionfale. Meno della metà è andato a votare e tra chi ha votato c’è una percentuale del 17% di schede bianche o nulle, un record!
Il dato politico ha visto vittorioso il candidato del centrosinistra Andrea Casu, già segretario provinciale del Partito Democratico, che ha staccato di 6 punti quello di centrodestra. Tra i ‘minori’ buona affermazione del comunista Danilo Ballanti che ha superato gli altri, in particolare Luca Palamara, il cui dato si è fermato sotto il 6% e da cui ci si attendeva un risultato migliore, vista la notorietà.