COME È ANDATA
«A bordo sono rimaste soltanto tre signore, piuttosto spaesate, che gli hanno chiesto preoccupate cosa fare per rientrare in albergo – racconta Atac -. Il collega si rende conto dall’accento che non sono di Roma: arrivano infatti dalla Sardegna e sono in città per lavoro. Purtroppo all’una di notte non ci sono più molte alternative: “Prendete un taxi – suggerisce Gianni – oppure aspettate che finisca di lavorare e vi porto io con la mia macchina”. L’autista ha modi garbati, il volto affidabile da padre di famiglia e le donne hanno accettato la cortese proposta. Tutto finisce bene. Rientrano in hotel ma non hanno dimenticato il loro cavaliere in divisa e ci hanno scritto per ringraziarlo pubblicamente. “E’ stata una persona gentilissima e molto disponibile – racconta Matilde – non credo che altri avrebbero avuto tale accortezza nei riguardi di tre sconosciute”».
L’AUTISTA GIANNI: HO UNA MOGLIE E DUE FIGLIE, NON AVREI POTUTO LASCIARLE
«Mi sono immedesimato in loro – confessa Gianni – ho una moglie e due figlie, non avrei potuto lasciarle da sole in una città sconosciuta». Autista in Atac dal 1988, è orgoglioso di fare questo mestiere: «Guidare è la mia vita e cerco di fare al meglio il mio lavoro».