Gianni è un autista Atac e anche un gentleman d’altri tempi. A fine ottobre, infatti, quando tre donne si sono perse in giro per Roma lui non ci ha pensato due volte e, al termine dell’ultima corsa sulla linea 881 prima del rientro in deposito, le ha riaccompagnate in hotel con la sua auto personale.
COME È ANDATA
«A bordo sono rimaste soltanto tre signore, piuttosto spaesate, che gli hanno chiesto preoccupate cosa fare per rientrare in albergo – racconta Atac -. Il collega si rende conto dall’accento che non sono di Roma: arrivano infatti dalla Sardegna e sono in città per lavoro. Purtroppo all’una di notte non ci sono più molte alternative: “Prendete un taxi – suggerisce Gianni – oppure aspettate che finisca di lavorare e vi porto io con la mia macchina”. L’autista ha modi garbati, il volto affidabile da padre di famiglia e le donne hanno accettato la cortese proposta. Tutto finisce bene. Rientrano in hotel ma non hanno dimenticato il loro cavaliere in divisa e ci hanno scritto per ringraziarlo pubblicamente. “E’ stata una persona gentilissima e molto disponibile – racconta Matilde – non credo che altri avrebbero avuto tale accortezza nei riguardi di tre sconosciute”».
L’AUTISTA GIANNI: HO UNA MOGLIE E DUE FIGLIE, NON AVREI POTUTO LASCIARLE
«Mi sono immedesimato in loro – confessa Gianni – ho una moglie e due figlie, non avrei potuto lasciarle da sole in una città sconosciuta». Autista in Atac dal 1988, è orgoglioso di fare questo mestiere: «Guidare è la mia vita e cerco di fare al meglio il mio lavoro».