FRUTTA E VERDURA IN PROVINCIA DI ROMA
Come confermato dalla Coldiretti Roma nella Capitale e in provincia i danni maggiori sono stati registrati a carico delle piantagioni di kiwi a Colonna e Velletri, dove ad essere colpiti dal freddo sono stati vigneti e uliveti. E poi le orticole di Ariccia, le zucchine, le patate, i pomodori e le melanzane, oltre a fragole, cocomeri e meloni. Coltivazioni stagionali fortemente compromesse dalle temperature rigide e al gelo. Anche il settore florovivaistico ha segnalato perdite per le piante ornamentali che hanno subìto un forte shock termico dovuto al calo delle temperature fuori stagione.
LA DENUNCIA DI ASPAL
Anche Aspal denuncia i numerosi danni registrati ai Castelli Romani e nella zona pontina a causa del gelo fuori stagione. Il presidente Aspal Stefano Giammatteo ha posto l’attenzione sulle assicurazioni: “Non si può assicurare una coltura sul gelo, considerando che le franchigie applicate dalle varie assicurazioni ai loro agricoltori sono del 30%. Inoltre dal momento in cui un agricoltore si assicura sul gelo, la compagnia assicurativa copre soltanto a partire dal 12° giorno successivo alla stipula del contratto assicurativo. Questo sistema assicurativo non può più rappresentare le esigenze degli agricoltori i quali subiscono spesso il danno e anche la beffa. Bisogna rivedere al più presto la legge nazionale che disciplina il sistema assicurativo”.
I KIWI A LATINA
In provincia di Latina, in particolare tra Aprilia e Cisterna le straordinarie gelate e le temperature scese fino -3° hanno danneggiato intere piantagioni di kiwi. Quello del kiwi è un settore strategico per l’economia laziale: infatti a Latina rappresenta una delle piantagioni principali con oltre 12 mila ettari di terreno coltivati e oltre 4 milioni di quintali di kiwi raccolti all’anno, per un valore di oltre 500 milioni di euro annui. Un danno enorme per le oltre 500 aziende della zona che potrebbe protrarsi anche al prossimo anno. “Tutte hanno riportato danni alle coltivazioni che vanno dal 10% al 30%, fino ad arrivare in alcune casi anche al 70%. Valuteremo se chiedere lo stato di calamità” – afferma il direttore di Coldiretti Latina Carlo Picchi.
AUMENTO DEI PREZZI FINO A +3,6%
“In generale i prezzi dei beni alimentari non lavorati – spiega la Coldiretti – fanno segnare su base tendenziale un aumento del +1%. Una situazione che favorisce le speculazioni nei campi dove molti raccolti sono andati distrutti a causa del maltempo. A pesare sui prezzi sono anche le chiusure della ristorazione che privano di un importante mercato. Di fronte ad una emergenza senza precedenti serve responsabilità con un “patto etico di filiera” – conclude la Coldiretti – per garantire una adeguata remunerazione dei prodotti agricoli e privilegiare nella distribuzione il Made in Italy a tutela dell’economia, dell’occupazione e del territorio.
PERDITE CON I RISTORANTI CHIUSI
“La drastica riduzione dell’attività – sostiene la Coldiretti – pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – conclude la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato ma ad essere stati più colpiti sono i prodotti di alta gamma dal vino ai salumi fino ai formaggi”. Per questo le associazioni invitano i consumatori a un acquisto consapevole dei prodotti freschi e freschissimi riconducibili ai territori locali: un modo concreto per sostenere le attività regionali.