L’area e il progetto
Nel 2002 quando i Mercati Generali vennero spostati a Guidonia, la Giunta Veltroni iniziò a pensare ad un progetto per l’area. Si realizza un processo partecipativo (un questionario) e si delinea ‘La città dei Giovani’. Un concorso di progettazione internazionale indica il progetto dell’olandese Rem Koolhaas, mentre il Comune individua lo strumento della concessione delle aree, così che seppur sul lungo periodo tornino nella disponibilità del Campidoglio. Nel 2003 partono le cantierizzazioni, nel 2006 una commissione aggiudica la realizzazione e nel 2008 è la volta degli scavi archeologici. Poi iniziano i problemi e i rallentamenti. Con l’Amministrazione Alemanno c’è una prima modifica del progetto che privilegia il commerciale, mentre sparisce il progetto di Koolahaas. Nel 2013 il concessionario chiede una nuova variante (che arriverà solo nel 2015), non si toccano gli spazi per la cultura, ma si riducono quelli dedicati alla ristorazione (a poca distanza ha aperto Eataly). In questo frangente per velocizzare l’iter si chiede che fino al compimento dei lavori non si possa più modificare il progetto. Con la caduta di Marino, nel 2016 il Commissario Tronca decide di non esporsi, lasciando alla Sindaca Raggi l’onere di proseguire. L’amministrazione grillina colleziona due assessori, Berdini e Montuori, ma nel settembre del 2017 si chiude la Conferenza di Servizi e si attende la Convenzione necessaria a realizzare il progetto esecutivo. Poi arriva l’inchiesta su Marcello De Vito e sullo Stadio della Roma, che coinvolge marginalmente anche questo progetto, e così, ancora una volta, tutto torna a tacere.
In Campidoglio tutto tace
In questo clima di immobilismo il Pd punta a sollecitare il Campidoglio a riprendere al più presto la partita. Il Municipio VIII nelle scorse settimane ha votato un atto in questo senso (firmato dai consiglieri Conia e Melito), la consigliera Baglio parla di un “Consiglio Comunale Straordinario e di un tavolo di confronto per imprimere velocità alla convenzione e far partire i lavori”, mentre il capogruppo Pelonzi non nasconde i rischi di ulteriori ritardi: “Capisco che con l’inchiesta si posa subire un rallentamento, ma dato che il procedimento era chiuso da tempo e che le indagini non hanno fatto emergere nulla non c’è motivo di fermarsi. Sarebbe gravissimo che per condizionamenti esterni si bloccasse il recupero urbano. Speriamo vada in porto prima della fine di questa consiliatura, il rischio – conclude – è che se l’Amministrazione non si sbriga il privato potrebbe decidere di sfilarsi”.
Leonardo Mancini