LETTA E IL SUO “NÌ” A GUALTIERI
Enrico Letta, il neo segretario del Pd, pare non sia pienamente convinto dell’ex ministro dell’economia Gualtieri (seppure appaia l’unico super candidato papabile visto il fuggi fuggi generale) e potrebbe proporre in alternativa David Sassoli, anche se il presidente del parlamento europeo – va detto – ha già più volte declinato l’invito. Col risultato di altre settimane di stallo in casa Pd. ”Se ne riparlerà più in là”, fanno sapere ai vertici del partito, ”Tanto non c’è nemmeno una data per il voto”. Letta temporeggia e Calenda ci sguazza. “Mi sono candidato il 12 ottobre in piena trasparenza”, attacca il leader di Azione: “E ora si scopre che per Gualtieri è stato un pezzo del Pd romano a forzare la mano. Letta non ne sapeva nulla. È un anno che mi dicono: ma se arriva qualcuno lei fa un passo indietro? – spara ancora Calenda ai microfoni di Radio 24 -. Ma non arriva mai nessuno, che passo indietro devo fare? Io quello che ho detto a Letta è: per carità sentiamoci, parliamoci, io sono iper inclusivo, però continuare a parlare di cose teoriche non sta nè in cielo nè in terra. Se c’è un candidato più in gamba, più convincente, non ne faccio una questione personale, ma oggettivamente continuare a discuterne senza mai nessuno in campo fa un po’ ridere”.
SCOPPIA IL CASO DELLA NEO-ASSUNTA
In casa cinquestelle non va meglio. Virginia Raggi, sempre a buon viso e cattivo gioco, si prepara a sbaragliare Lemmetti. Lo scossone dell’assunzione della fidanzata dell’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti (contratto di 23.000 euro all’anno) nello staff dell’assessore all’Urbanistica Luca Montuori ha creato uno tsunami politico di difficile gestione, figuriamoci in campagna elettorale. La sindaca lo sa. Non basteranno le dimissioni presentate subito dalla neo assunta, dai romani subodorata come una ”raccomandata doc”, per placare le polemiche. Che alla Raggi non sia bastato dire che lei non ne sapesse niente si è capito subito. E forse insistere sul punto sarebbe anche peggio: una assunzione pilotata a sua insaputa dopo cinque anni di governo della città potrebbe farla sembrare non la sindaca della città che fu di Giulio Cesare, ma un soggetto facilmente raggirabile. Scoperto l’intrigo alla Raggi non resta che operare a modo suo: risbaragliare la giunta e allontanare chi le ha fatto ombra, in questo caso anche un danno. Almeno questo è quanto si aspettano i fedelissimi. Anche perché il capitolo Lemmetti è tutt’altro che chiuso. Francesco Figliomeni, per FdI, ha già protocollato la richiesta alla Raggi di riferire in aula, mentre il capogruppo del Pd Giulio Pelonzi ha sparato su Twitter: ”Raggi sorpresa, grida allo scandalo per le assunzioni in Campidoglio. Com’è possibile che la sindaca non sa mai cosa combinano i suoi fedelissimi? Se così fosse, come può governare la città?”.
RAGGI VUOLE L’IMMONDIZIA DI ROMA FUORI DA ROMA
Basterà l’appoggio incondizionato di Grillo che ha benedetto di nuovo il bis della Raggio con una vignetta di Virginia in versione Wonder Woman (così come già ideata da tempo dal nostro vignettista de Il Caffè) a superare l’empasse? ”Massimo sostegno alla nostra guerriera”, ha scritto Grillo, mentre i ribelli pentastellate bombardano la Raggi per la mossa Lemmetti. ”Wonder Woman”, intanto, ha altro di cui vantarsi, e Grillo l’appoggia anche su questo: “Sono stata massacrata per cinque anni, ho subìto ogni tipo di accusa solo perché mi opponevo al modello di gestione dei rifiuti della Regione Lazio, ma alla fine avevo ragione su Monte Carnevale. Ora Zingaretti ritiri il proprio Piano Regionale dei Rifiuti che impone l’apertura di discariche a Roma, una scelta che noi romani abbiamo dovuto subire”. L’attacco su facebook dopo che da piazzale Clodio sono stati messi ai domiciliari la direttrice dell’area rifiuti della Regione Lazio Flaminia Tosini, e l’imprenditore per lo smaltimento dei rifiuti Valter Lozza, che in base alle conclusione del gip volevano trasformare Monte Carnevale nella discarica di Roma. Da qui l’invito di Raggi al governatore del Lazio Nicola Zingaretti di ”revocare la realizzazione della discarica di Monte Carnevale”. Ma la Raggi ne ha anche per la giunta: ”La nuova maggioranza in regione Lazio ha la possibilità ed il dovere di intervenire, rivedendo la assurda decisione di obbligare Roma ad avere una discarica sul proprio territorio”. Una stoccata alle due new entry del M55 nella Giunta guidata dall’ex segretario dem, Roberta Lombardi e Valentina Corrado, a lei invise. Non è chiaro però perché un altro comune debba prendersi l’immondizia che la Raggi non riesce a differenziare.