Lo sciopero contro la guerra dell’8 marzo, chiamato dall’associazione ‘Non Una Di Meno’ e sostenuto da diversi sindacati di base, a Roma è partito stamattina con due flash mob. Il primo all’Altare della Patria e il secondo davanti il Parlamento. Le attiviste hanno così raccolto l’appello delle femministe russe a mobilitarsi e a fare anche dell’8 marzo una giornata di opposizione alla guerra. Alle ore 10 circa 40 attiviste si sono radunate al Vittoriano e hanno esposto cartelli con la scritta “STRIKE THE WAR” con il doppio significato di scioperare e colpire la guerra, per esprimere vicinanza e supporto alla popolazione ucraina pesantemente colpita dall’occupazione e in solidarietà con la popolazione civile russa che paga con una dura repressione l’opposizione alla guerra e al regime di Putin. Poco dopo, davanti al Parlamento le attiviste hanno esposto uno striscione con scritto “VOSTRE LE SANZIONI NOSTRE LE BOLLETTE – MISURE URGENTI CONTRO IL CAROVITA!”. Le sanzioni dell’UE avranno costi sociali e ambientali enormi che si scaricheranno proprio su chi già sta pagando la crisi pandemica in Russia e in UE per cui è necessario un immediato piano di ridistribuzione delle risorse. Dopo il flashmob davanti al Parlamento alcune attiviste sono state identificate nelle vie limitrofe alla piazza. Mobilitarsi contro la guerra è un problema anche in Italia? “Le guerre dei maschi le vincono i maschi: lo scontro militare e geopolitico, le sanzioni, l’invio di armi li paga la popolazione civile. Chiediamo che tacciano immediatamente le armi. Vogliamo un’Europa aperta, solidale e di pace: aprire i confini a chi fugge da tutte le guerre, le calamità naturali, povertà, violenze e abusi”. “Le risorse non devono andare al riarmo. È il momento di invertire la rotta, questo modello di sviluppo produce guerra e distruzione ambientale, è incompatibile con le vite. Vogliamo investimenti sul welfare e reddito per l’autonomia, per un nuovo modello di sviluppo. Per questo l’invito è a scioperare contro la guerra e a partecipare al corteo convocato per le ore 17 a Piazza della Repubblica”. Siamo i corpi, le vite, la carne da cannone che alimenta questo modello di sviluppo costruito sulla crisi permanente di cui la guerra è parte. Siamo le donne che vivono la guerra anche in tempo di pace. Alle semplificazioni guerrafondaie opponiamo la resistenza femminista contro la guerra.
08/03/2022