Intervista a Paolo Ciani, consigliere capitolino in quota Demos Democrazia Solidale, che ha presentato una mozione, approvata a maggioranza il primo marzo, per indire nuove elezioni dei Consiglieri Aggiunti in Assemblea Capitolina.
Consigliere Ciani, chi sono i consiglieri aggiunti?
“I Consiglieri Aggiunti sono una figura prevista dallo Statuto di Roma Capitale per garantire anche ai cittadini non comunitari residenti nella nostra città il diritto di rappresentanza. In altre parole nelle liste elettorali possono candidarsi solo cittadini italiani o appartenenti alla Unione Europea, ma come è evidente a tutti, Roma è una città multietnica, dove vivono, lavorano, crescono i loro figli anche cittadini di paesi non appartenenti alla UE. Pensiamo ai tanti cittadini stranieri come le tante donne ucraine che, da ben prima dello scoppio di questa guerra, vivono a Roma e lavorano nella cura delle persone. Anzi, nel contesto attuale, proprio loro che sono già integrate nella nostra realtà, sono state un valido aiuto nelle iniziative di supporto, di aiuto, di accoglienza, facendo da interpreti, in primo luogo, ma soprattutto da ponti tra le due culture. Anche loro, come gli altri stranieri che vivono a Roma e che a tutti gli effetti partecipano alla vita della Capitale (gestiscono attività commerciali, pagano le tasse, i loro figli vanno a scuola) hanno diritto ad una rappresentanza. Lo Statuto gli riconosce questo diritto agli articoli 20 e 28, ma i 4 Consiglieri Aggiunti sono stati eletti per l’ultima volta nel 2006, con un mandato che è terminato nel 2013”.
I consiglieri aggiunti danno rappresentanza ai cittadini non comunitari residenti in città
E da allora?
“Nulla. Dal 2014 questi cittadini stranieri a Roma sono privi di rappresentanza. E parliamo di una popolazione che al 1° gennaio 2020 a Roma costituiva il 7,4% dei romani, percentuale in aumento già prima dell’arrivo dei profughi dall’Ucraina. Roma è una città universale per natura, storia, cultura e tradizione, una città accogliente e inclusiva. La nostra realtà è fatta di condivisione quotidiana con tanti cittadini non comunitari, quindi non è logico che chi vive qui secondo le nostre leggi ma è nato in un paese che non rientra nella Unione Europea non abbia da anni una persona che ne rappresenti i diritti. A livello nazionale, come Demos, abbiamo proposto di estendere il diritto di voto alle elezioni comunali ai cittadini extracomunitari residenti da almeno 5 anni, e intanto abbiamo voluto reintrodurre in Aula questa figura importante”.
Qual è esattamente il loro ruolo in consiglio?
“I Consiglieri Aggiunti partecipano alle sedute dell’Assemblea Capitolina, ai lavori delle Commissioni Capitoline Permanenti e Speciali con diritto di parola e non di voto su tutti gli argomenti all’ordine del giorno. E lo stesso vale per il Consigliere Aggiunto previsto in ogni municipio della Capitale”.
Ascoltare e far partecipare tutti mi sembra importante per un paese democratico e solidale
Dal momento che non votano, la loro presenza è davvero utile?
“A mio avviso sì. Il lavoro dei Consiglieri non è solo votare, ma prima e soprattutto preparare gli atti che si vanno a votare. E i Consiglieri Aggiunti, come tutti gli altri, possono presentare interrogazioni, interpellanze, mozioni e risoluzioni: atti che portino all’attenzione dell’Aula questioni rilevanti anche per i “nuovi” romani. Questo permette di instaurare un confronto democratico davvero proficuo in merito a qualsiasi genere di questione, tenendo conto dell’opinione di chi oggi è escluso dall’elettorato attivo, ma vive le medesime realtà di ciascuno. Prima dell’approvazione della mozione c’è stato un utile confronto con i colleghi e lavoreremo alla redazione di un documento che delinei ancora meglio le competenze dei Consiglieri Aggiunti. Ascoltare e far partecipare tutti mi sembra importante per un paese democratico e solidale”.
E non potrebbe essere fatto dagli altri consiglieri?
“È quello che si pensava prima dell’ampliamento del diritto di voto: i poveri potevano essere rappresentati dai ricchi, dai colti; così come le donne. Ma la democrazia è altro: è ampliamento dei diritti e della partecipazione. I Consiglieri aggiunti con la loro sola presenza in Aula rendono tangibile e concreta anche in un contesto istituzionale, quell’integrazione di cui tanti luoghi della nostra città sono pieni: un segno importante, a mio parere, di democrazia davvero inclusiva”.
La figura dei Consiglieri Aggiunti può migliorare i rapporti con le comunità straniere presenti in città?
“Credo che i romani abbiano dimostrato anche in questi giorni un grande spirito di accoglienza. In anni passati si è soffiato sul fuoco della divisione, ma credo sia fondamentale costruire a Roma una città coesa uscendo da una logica di “noi” e “loro” e insistendo su un “noi” che tenga tutti uniti”.