L’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato ha dichiarato che sono iniziate all’Istituto Spallanzani di Roma le prime somministrazioni del vaccino contro il vaiolo delle scimmie. Saranno una decina le somministrazioni odierne, ma sono già 500 coloro che hanno espresso la volontà di vaccinarsi.
Ma chi tanti anni fa ha fatto la diffusissima vaccinazione contro il vaiolo (quella che ha lasciato un segno evidente sul braccio, visibile ancora oggi) è ancora immune?
Il Ministero della Sanità ha diffuso un approfondimento per chiarire gli aspetti di questo tipo di vaiolo, compresa la risposta alla domanda che ci siamo fatti sull’immunità dei ‘meno giovani’.
Situazione in Italia
L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato il 23 luglio 2022 il vaiolo delle scimmie (Monkeypox) “emergenza sanitaria globale” e formulato una serie di raccomandazioni. In Italia, i casi mostrano tendenza alla stabilizzazione, la situazione è sotto costante monitoraggio, e non si ritiene debba destare particolari allarmismi.
Che cos’è
Il vaiolo delle scimmie (Monkeypox, MPX) è una zoonosi virale (il virus è trasmesso all’uomo dagli animali) con sintomi simili a quelli osservati in passato nei pazienti con vaiolo, sebbene clinicamente sia meno grave. Il vaiolo, infatti, si trasmetteva più facilmente ed era più letale poiché circa il 30% dei pazienti moriva. Con l’eradicazione del vaiolo nel 1980 e la successiva cessazione della vaccinazione, il vaiolo delle scimmie è emerso come il più importante orthopoxvirus per la salute pubblica.
Per la maggior parte delle persone, comunque, l’MPX è una malattia lieve-moderata e autolimitante.
Come si trasmette
La trasmissione interumana attraverso il contatto fisico stretto, compresa l’attività sessuale, è un fattore significativo nell’attuale epidemia.
MPXV, può essere trasmesso a chiunque, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, attraverso il contatto con fluidi corporei, contatto con lesioni o oggetti condivisi.
Si definisce contatto una persona che ha avuto una o più delle seguenti esposizioni con un caso probabile o confermato di vaiolo delle scimmie durante il periodo di infettività del caso indice:
- contatto fisico diretto pelle a pelle (come toccarsi, abbracciarsi, baciarsi, contatti intimi o sessuali);
- contatto con materiali contaminati quali indumenti o biancheria da letto, compreso il contatto con materiale disperso da biancheria o superfici durante la manipolazione della biancheria da letto o durante la pulizia di ambienti contaminati;
- esposizione respiratoria diretta, faccia a faccia, ravvicinata;
- esposizione respiratoria (cioè possibile inalazione) o esposizione della mucosa oculare a materiale lesionale (ad es, croste) di una persona infetta.
Segni e sintomi
Per la maggior parte delle persone, l’MPX è una malattia lieve-moderata e autolimitante.
La malattia spesso si manifesta con i seguenti sintomi generici iniziali:
- febbre
- sonnolenza
- mialgia
- astenia
- cefalea
- linfonodi ingrossati
Solitamente, entro tre giorni dalla comparsa dei sintomi generici iniziali, dal sito dell’infezione primaria inizia un’eruzione maculopapulare che tende a diffondersi rapidamente ad altre parti del corpo, sebbene questa non sia la regola.
Nell’attuale focolaio epidemico, la distribuzione è atipica, predominano le lesioni ano-genitali, seguono tronco, braccia e gambe, viso e palmi delle mani e dei piedi. Le lesioni cutanee non seguono una distribuzione precisa e l’eruzione è asincrona, con lesioni in diversa fase di evoluzione, presenti contemporaneamente. I palmi delle mani e le piante dei piedi sono coinvolti nei casi di eruzione cutanea disseminata.
Le lesioni cutanee, da poche unità fino a centinaia, spesso si presentano dapprima come macule, poi si evolvono in papule, vescicole e pustole, talvolta con aspetto depresso, e croste, che successivamente cadono, mettendo fine al periodo di contagiosità.
Si può anche osservare enantema (eruzione) della mucosa orale ed oftalmica.
Diagnosi
La conferma del vaiolo delle scimmie dipende dal tipo e dalla qualità del campione e dal tipo di test di laboratorio. n presenza di un quadro clinico riconducibile a MPX non è necessario attendere i risultati di laboratorio negativi per le cause comuni sopra elencate di eruzione cutanea per classificare un caso come sospetto.
Cura
È necessario consultare sempre il proprio medico per le indicazioni riguardanti la malattia ed eventuali misure farmacologiche. Specifici antivirali possono essere presi in considerazione a giudizio del medico curante, in casi selezionati.
Molti anni di ricerca sulle terapie per il vaiolo hanno portato a sviluppare prodotti utilizzabili anche per il trattamento del vaiolo delle scimmie. Un antivirale sviluppato per il trattamento del vaiolo (tecovirimat) è stato approvato per il trattamento del vaiolo delle scimmie, nel gennaio 2022, dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA). Non è ancora ampiamente disponibile.
Prevenzione e sorveglianza
La sorveglianza e la rapida identificazione di nuovi casi sono fondamentali per il contenimento delle epidemie.
Durante le epidemie umane di vaiolo delle scimmie, il contatto stretto con persone infette è il fattore di rischio più significativo per l’infezione.
Gli operatori sanitari e i membri della stessa famiglia sono a maggior rischio di infezione. Gli operatori sanitari che curano pazienti con sospetta o confermata infezione da virus del vaiolo delle scimmie, o che ne manipolano i campioni, devono attuare le precauzioni standard per il controllo delle infezioni. Se possibile, le persone precedentemente vaccinate contro il vaiolo dovrebbero essere selezionate per prendersi cura del paziente.
La vaccinazione di tanti anni fa vale?
Le persone vaccinate in passato contro il vaiolo potrebbero avere anche una certa protezione contro il vaiolo delle scimmie.
È improbabile, però, che le persone di età inferiore ai 40-50 anni siano state vaccinate, poiché la vaccinazione contro il vaiolo è terminata nel 1980 quando il vaiolo è stato eradicato.
La prova di una precedente vaccinazione contro il vaiolo può essere solitamente trovata come una cicatrice sulla parte superiore del braccio.