“L’Acquario di Roma può davvero essere il rilancio per il Pil della capitale ma può smuovere anche quello italiano che purtroppo viaggerà con un grande meno davanti per i prossimi anni”, sono le parole entusiaste dell’ing. Domenico Ricciardi, rappresentante della Mare Nostrum, la società incaricata di costruire l’Acquario di Roma, 18 mila metri quadrati di vasche, negozi, teatro, ristoranti, centri di ricerca, spazi espositivi e museali sotto il Laghetto dell’Eur.
VIA LIBERA ALL’ACQUARIO
Il 7 aprile scorso, infatti, è arrivata l’ufficialità dell’omologa del concordato per la ristrutturazione del debito, votata praticamente da tutti i creditori della società che hanno scommesso sulla bontà del progetto. “Non si era mai visto prima d’ora che un concordato fosse votato da più del 95% dei creditori – sottolinea l’ing. Ricciardi che ha speso gli ultimi 20 anni della sua attività professionale inseguendo il progetto di avere nella capitale un centro di eccellenza per tutto il Mediterraneo – Per noi è un sogno che si realizza, dopo anni di sacrifici e dopo quintali di permessi” ( ci racconta che sono state circa 120 le autorizzazioni richieste negli anni tra Municipio, Comune, Regione, Sovrintendenze varie e genio Civile). Ora che il coronavirus ha bloccato praticamente tutto il Paese, l’Ing. Ricciardi non si scoraggia “Noi puntiamo ad aprire entro la fine dell’anno, sarebbe bello poterlo fare a ridosso del prossimo Natale”.
LAVORI COMPLETATI
Il lavori ormai sono completati e collaudati, sono state aggiunte le scale mobili, i tornelli all’ingresso, il contenitore insomma è pronto, ora mancano i contenuti e bisognerà aspettare la fine del lockdown per vedere arrivare l’acqua con i pesci, circa 5 mila, e poi tutta la parte museale e scientifica che è il vero fiore all’occhiello dell’Acquario di Roma, senza dimenticare che apriranno anche negozi, ristoranti, punti ristoro, un auditorium, spazi espositivi. “Questo virus ci spinge a fare ancora meglio quello che stavamo facendo: mettere in sicurezza e in completa sanificazione tutti gli ambienti e poi puntare sulla robotica e i progetti tecnologici che stiamo portando avanti grazie a diverse collaborazioni, tra cui quella con il Campus Biomedico”. Il nuovo acquario è infatti già fornito di filtri di ultimissima generazione, a prova di virus, e ha già la possibilità di contingentare gli ingressi, che era il progetto di una prima apertura della struttura con la bella stagione, dedicata soprattutto alle scuole.
FILTRI DEI CLIMATIZZATORI ANTIVIRUS
“Durante questa emergenza abbiamo l’occasione di migliorare tutti, di sensibilizzare ancora di più i nostri cittadini verso il rispetto per l’ambiente: noi vorremmo riportare il Mediterraneo, con tutti i suoi valori di solidarietà e bellezza, al centro della nostra cultura”. I pesci robot, con i quali si può direttamente interagire rientrano in un progetto più generale di realtà aumentata e di possibilità di effettuare la visita dell’acquario anche attraverso dei robot che diventano le gambe e gli occhi di tutti coloro che per qualche handicap non possono venire in loco, dunque tecnologia avanzata e solidarietà alla base di un progetto unico. “L’Acquario è un’opera a impatto zero e a costo zero per il pubblico (visto che è stata fatta interamente con soldi privati) e sarà un simbolo per la rinascita di Roma e anche dell’Italia” chiosa l’ingegnere. Noi lo speriamo.