«LASCEREMO IL 40% DEL RACCOLTO SUI CAMPI»
Coldiretti, ora punta il dito contro il Decreto Rilancio approvato dal Governo il 12 maggio accusato di non aver dato piena risposta al drammatico bisogno di braccianti e operai nei campi. “Secondo il nostro Centro studi, solo 2 mila delle persone che potranno essere regolarizzate hanno lavorato nei campi. E lo potranno fare per la fine della vendemmia, non prima di metà settembre”. Lo afferma il presidente nazionale della Coldiretti, Ettore Prandini intervistato dal Corriere della Sera. Per il leader degli imprenditori agricoli “la regolarizzazione dei migranti decisa dal governo non risolverà il problema della mancanza di 200mila braccianti a causa del coronavirus, con gli stagionali stranieri rientrati nei Paesi di origine che non possono tornare in Italia”. “Oggi, di definito, non c`è nulla. C`è stato il Consiglio dei ministri, ma adesso il decreto dovrà essere votato dalle Camere, convertito, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Poi aspetteremo la modulistica. E lasceremo il 40% del raccolto nei campi, per mancanza di braccianti”.
SERVONO I VOUCHER: CONTRATTI SNELLI E FLESSIBILI
Non risolve nemmeno il fatto che chi riceve gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione) e il Reddito di cittadinanza adesso potrà lavorare nei campi. “Anche in questo caso – bacchetta Prandini – la politica resta distante dai tempi delle imprese: l’idea è buona, ma manca lo strumento. Per questo noi insistiamo, oltre che sui corridoi verdi dai Paesi dell’Est, sui voucher” afferma Prandini che precisa “i voucher sono l’unico strumento agile utile in questo momento e comunque il 25% viene versato in contributi”. I voucher sono una modalità snella per reclutare lavoratori per prestazioni occasionali. Anche Confagricoltura ha da tempo messo in guardia e chiesto interventi normativi seri. “Siamo in un momento cruciale: si avvicina in maniera preoccupante la stagione della raccolta degli ortaggi e della frutta estiva. Servono almeno 250 mila persone”. Così avvertiva già a fine marzo Massimiliano Giansanti, presidente di quest’altra associazione di categoria del settore.
IL NODO DEI LAVORATORI STRANIERI
“Molti operatori stagionali – ha spiegato il leade di Confagricoltura – hanno fatto rientro nei loro Paesi d’origine a causa del virus ed altri che sono disponibili a venire – anche perché in possesso di contratti già firmati con le aziende – non riescono ad arrivare perché trovano difficoltà ad attraversare determinati Paesi”. La CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, nel documento “Prime proposte Cia a Istituzioni per emergenza Coronavirus” proponeva l’immediata “semplificazione delle procedure per il lavoro stagionale, introducendo maggiore flessibilità degli strumenti rispetto alla normativa vigente”. Proprio sull’urgente problema della carenza di manodopera agricola la Commissione Europea, cioè il Governo dell’Unione, ha recentemente pubblicato linee guida pratiche per garantire la libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione, nonostante i potenziati controlli alle frontiere contro la diffusione del coronavirus.
BASTEREBBE SEGUIRE L’INVITO DELLA COMMISSIONE EUROPEA
“Per quanto riguarda i lavoratori stagionali, in particolare del settore agricolo – afferma la Commissione -, gli Stati membri sono invitati a scambiarsi informazioni sulle loro diverse necessità a livello tecnico e a stabilire procedure specifiche per garantire il passaggio agevole di tali lavoratori, al fine di poter rispondere alle carenze di manodopera causate dalla crisi. I lavoratori stagionali del settore agricolo svolgono in determinate circostanze mansioni fondamentali di raccolta, impianto e cura delle colture. In tali situazioni gli Stati membri dovrebbero riservare a tali lavoratori lo stesso trattamento riservato ai lavoratori che esercitano professioni critiche e comunicare ai datori di lavoro la necessità di prevedere un’adeguata protezione della salute e della sicurezza”. Di fatto, secondo Coldiretti, quantità enormi di derrate rischiano seriamente di rimane abbandonate a marcire sui campi perché non ci sarà chi le raccoglierà.