RACKET DELLE CASE POPOLARI
Il sodalizio, composto in buona parte da appartenenti alla famiglia Costagliola (casata di origini campane ed a Roma ormai da diversi anni, conosciuti come i “napoletani” e dimoranti in varie abitazioni, pur non avendo mai ottenuto alcuna assegnazione formale), operava con un modo semplice ma consolidato: i soggetti occupavano abusivamente le case popolari trovate libere, per poi rivenderle a persone in cerca di un alloggio. Nell’ottobre 2020, i Carabinieri avevano posto sotto sequestro 13 abitazioni, tutte occupate abusivamente. Per un uomo ed una donna, il GIP aveva disposto la misura cautelare del divieto di dimora nel X Municipio del Comune di Roma, con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
RICETTAZIONE DI IMMOBILI
La Procura ha quindi presentato ricorso alla Sezione Speciale del Riesame, per il riconoscimento del delitto di ricettazione degli immobili, relativamente alla mediazione posta in essere dagli indagati per la vendita di un bene di provenienza delittuosa. All’uomo sono stati contestati 2 episodi nei quali ha svolto la funzione di intermediario per cercare di vendere e far rioccupare abusivamente 2 appartamenti. Dopo il ricorso della Procura e la pronuncia del riesame, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, questa volta presentato per conto di uno dei due soggetti già sottoposti al divieto di dimora. Per l’uomo si sono quindi aperte le porte del carcere, mentre alla donna è stato notificato un altro divieto di dimora nel X Municipio.
COINVOLTE ANCHE ALTRE PERSONE
Per quanto attiene gli altri soggetti coinvolti nella vicenda, alcuni indagati dovranno rispondere dei reati di sostituzione di persona, furto aggravato ed in un caso truffa, in relazione agli allacci delle forniture presenti nelle case popolari: alcuni hanno presentato il documento di altri ignari soggetti, stipulando a loro nome il contratto per l’erogazione di energia elettrica (nel caso della truffa, omettendo anche il pagamento delle bollette per il servizio offerto), altri hanno allacciato illegalmente il cavo alla rete pubblica. In ultimo, si rappresenta che, ad oggi, delle 13 abitazioni sequestrate, 11 sono state liberate ed affidate agli Enti proprietari (INPS – ENASARCO ed ATER, quest’ultimo per conto del Comune di Roma).