Presidente Mattia, è legge il sistema integrato di educazione e istruzione da 0 a 6 anni. E il Lazio è la prima Regione a dotarsi di tale strumento normativo. Cosa vuole dirci a riguardo?
“Sono estremamente orgogliosa per l’approvazione di questa legge e colgo l’occasione per ringraziare tutti i colleghi per il contributo fornito: la proposta è passata con 28 voti favorevoli e sei astenuti. Segno tangibile che si è lavorato oltre gli steccati ideologici al fine di fornire alle famiglie del territorio regionale un testo normativo che punta a contrastare i fenomeni della dispersione scolastica e della povertà educativa, sia garantendo pari condizioni di accesso e partecipazione ai servizi educativi per le bambine e bambini, senza distinzione alcuna di genere, sesso, etnia, età, disabilità e orientamento religioso delle famiglie, e sia assicurando pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco”.
Tecnicamente parlando, quali sono le maggiori novità in materia di sistema integrato di eduzione e istruzione?
“La legge interviene concretizzando finalmente il passaggio da servizio sociale a domanda individuale a servizio di educazione e istruzione a offerta universale nella misura in cui si amplia il raggio di azione della normativa. In sostanza, il sistema integrato assicura la continuità educativa, anche attraverso la costituzione di Poli per l’infanzia, con un’offerta qualificata e all’avanguardia e individuando una serie di servizi educativi per l’infanzia, diversificati e adattabili alle esigenze di ciascuna famiglia e/o territorio, anche dando copertura legislativa a esperienze già avviate de facto. Oltre alle nuove norme per asilo nido, micro-nido e sezione primavera, si aggiungono i servizi educativi sperimentali in natura, come l’asilo nel bosco o l’agrinido, e nei luoghi di lavoro. Vengono inoltre regolamentati una serie di servizi integrativi quali lo spazio gioco, il nido domestico, il centro per bambini e famiglie”.
Chiaramente la legge per essere attuata in maniera concreta ed efficiente, deve avere l’opportuna copertura economica. Sotto questo punto come stiamo messi?
“La copertura economica della legge è significativa: 10 milioni di euro per l’anno corrente, circa 17 milioni per il 2021 e ben 21 milioni per il 2022, oltre i trasferimenti statali. Tutto questo per dire che siamo di fronte al più grande investimento educativo realizzato da decenni nella Regione Lazio e sul nostro patrimonio più grande che sono appunto le bambine e i bambini. Tra gli obiettivi, rendere gratuiti i nidi per tutti, far emergere il sommerso e arrivare su tutto il territorio, anche nei Comuni delle aree interne, al target europeo del 33%. Una legge contro le disuguaglianze che rappresenta uno strumento essenziale e irrinunciabile del fare comunità, tenendo insieme bambini, ragazzi, famiglie e istituzioni”.
Le legge si occupa anche della sicurezza ed ecosostenibilità delle strutture scolastiche?
“Esattamente. Per quanto riguarda gli spazi dedicati ai servizi di educazione e istruzione si disciplinano nel dettaglio le caratteristiche e i requisiti degli spazi, interni ed esterni, degli arredi e dei giochi nei servizi educativi che tutelino la salute, il benessere e la sicurezza delle bambine e dei bambini. Vi è un riferimento esplicito al diritto alla sicurezza scolastica, al fine di garantire nell’ambiente scolastico i diritti inviolabili all’incolumità della persona, alla salute e al benessere psico-fisico, nonché quello delle bambine e dei bambini all’educazione e all’istruzione”.