Potrebbe essere proprio questo l’ultimo e delicato filone dell’inchiesta: accertare se le procedure seguite nella fase dell’affidamento siano state regolari e verificare se siano state scartate offerte che avrebbero permesso alla Pisana di risparmiare.
Le mascherine comunque non sono mai arrivate a destinazione e nei giorni scorsi la Regione ha rescisso il contratto con la EcoTech, anche se appare difficile che l’anticipo milionario versato alla ditta possa essere recuperato. I titolari dell’azienda, indagati per inadempimento in pubbliche forniture, sostengono di non avere tenuto per sé il denaro e di essere stati a loro volta raggirati. In base alla loro giustificazioni avrebbero speso più di 9 milioni per pagare due fornitori, una società inglese e una svizzera senza mai ricevere a loro volta i dispositivi medici rimasti bloccati all’estero, pare a Shangai.
A porre per prima la questione sul caos mascherine era stata il 7 aprile la consigliera regionale Chiara Colosimo (Fdi). L’11 aprile, però, nonostante i ritardi di consegna ritenuti collegati a uno stop doganale, alla Pisana erano stati rinnovati i contratti della Ecotech, prima della revoca definitiva arrivata solo nei giorni scorsi e in qualche modo preannunciata nell’ultima audizione di Bilancio dal vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori: ”Abbiamo un problema con EcoTech. Forse abbiamo commesso degli errori, ma non in malafede. Siamo stati truffati? Se ce ne accorgiamo, andiamo in Procura insieme”.
L’inchiesta che per ora vede la Regione Lazio parte lesa potrebbe allargarsi. La Procura, infatti, avrebbe acquisito dalla Regione Lazio non solo i documenti della vicenda EcoTech, ma anche quelli relativi a tutti gli oltre 105 milioni di affidamenti assegnati dalla Protezione civile regionale a varie società, alcune delle quali alla prima esperienza sul fronte del reperimento di dispositivi medicali.
Sulla vicenda delle mascherine laziali indaga anche la Corte dei conti. Nel frattempo continuano ad arrivare esposti in procura. L’ultimo è stato inoltrato tramite i carabinieri dall’avvocato Armando Fergola.
Fallita la prima consegna da completare entro il 30 marzo, il 2 aprile il direttore dell’Agenzia regionale della Protezione civile Lazio, Carmelo Tulumello, avrebbe revocato alla Ecotech la commessa utilizzando, nel provvedimento, parole durissime come “totale inaffidabilità”. Il 10 aprile è così arrivata la novazione della commessa, in cui è spuntato anche il nome della Exor Sa, società svizzera che ha stipulato un contratto con Ecotech a sua volta per le mascherine. Ma i dispositivi di protezione, nonostante l’ulteriore scadenza del 17 aprile, non sono mai stati consegnati, a parte i 2 milioni di mascherine chirurgiche scaricate nei giorni di Pasqua. Da una nuova visura effettuata, emerge che la società di Frascati il 27 marzo – con decorrenza 10 aprile – aveva modificato il proprio statuto alla voce “attività prevalente”, passando da “commercio all’ingrosso di materiale elettrico con deposito” a “commercio all’ingrosso di articoli medicali ed ortopedici”. Dunque, dopo aver ricevuto le commesse dalla Regione Lazio.
Per il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ”se c’è stata una truffa noi chiederemo giustizia. Sarebbe davvero odioso se di fronte al dramma del coronavirus qualcuno se ne fosse approfittato”
Secondogli avvocati Cesare Gai e Giorgio Quadri, che assistono invece la EcoTech “il comportamento della società è stato costantemente improntato alla massima trasparenza e correttezza nei confronti della Pubblica Amministrazione. Con l’ente infatti sono in corso costanti interlocuzioni finalizzate a risolvere problematiche indipendenti dalla compagine sociale, che anzi è stata significativamente danneggiata da condotte altrui che saranno portate a valutazione davanti al pubblico ministero”. La truffa, insomma, se c’è stata, secondo la EcoTech verrebbe da lontano: dai fornitori cinesi, ai quali peraltro, secondo i legali ”è andata gran parte delle somme ricevute in acconto dalla Regione Lazio nella certezza del puntuale rispetto degli accordi contrattuali”.