Anche l’ospedale militare Celio di Roma è in prima linea nella lotta al coronavirus. Il decreto Cura Italia del Governo Conte ha autorizzato l’Esercito ad avviare l’arruolamento straordinario di 120 Ufficiali medici, con il grado di tenente, e 200 Sottufficiali infermieri, con il grado di maresciallo, per una ferma prefissata di 12 mesi. Il bando di selezione straordinario è stato chiuso in anticipio, il 24 marzo. Un’iniziativa che ha riscosso moltissimo interesse con un vero e proprio boom nelle candidature tanto che già domenica, dopo quattro giorni dall’apertura dei termini, si sono superate le 7mila domande. Si tratta di personale sanitario specializzato in anestesia e rianimazione, malattie infettive, pneumologia, medicina interna, quale aspetto di priorità nella convocazione dei candidati alle successive prove concorsuali a premessa dell’impiego. Oltre al reclutamento straordinario, la Difesa ha autorizzato il mantenimento in servizio di ulteriori 60 unità di ufficiali medici delle Forze armate appartenenti alle forze di completamento. Molti dei nuovi assunti andranno a lavorare nella struttura sanitaria militare situata nel cuore di Roma. L’entrata in servizio del Celio in funzione anti-Covid è attesa a strettissimo giro, probabilmente entro aprile. L’ospedale Spallanzani ha già ufficializzato l’ingresso del Celio nella funzione di “Spoke”, ossia operativo nella rete ospedaliera nazionale organizzata per fronteggiare l’emergenza.
CELIO, “SPOKE” DELLO PALLANZANI
La rete Covid 19 della sanità romana e laziale per l’emergenza coronavirus conta sul sistema “Hub and Spoke”, con l’Istituto di nazionale per le malattie infettive nel ruolo centrale di Hub ed i presidi ospedalieri deputati a specifiche esigenze come Spoke. L’hub garantisce maggiore intensità assistenziale, lì vengono concentrate la patologie e i casi più complessi, ma opera in collegamento con i presidi ospedalieri territoriali (spoke), nei quali vengono assicurate le funzioni ospedaliere di base e l’integrazione con i servizi distrettuali. Presso le strutture spoke sono garantite specializzazioni e prestazioni d’elezione di riferimento per tutta la rete. Dalle informazioni fornite dalla Regione Lazio, in qualità di spoke dello Spallanzani per l’esigenza Covid, il policlinico militare Celio, ha messo a disposizione un padiglione con venti posti letti in terapia intensiva dedicati ai malati di coronavirus.
IN CAMPO SIN DALL’INIZIO DELL’EMERGENZA
Il Celio è stato interessato sin dalle prime battute della criticità, quando il virus era ancora lontano dai confini nazionali. Il 9 febbraio, gli otto italiani al rientro dalla Cina sono stati trasferiti al policlinico militare per scontare il relativo periodo di isolamento. Da piazza Celimontana, dove si trova il nosocomio, ad arrivare alla città militare della Cecchignola la distanza è breve: in quei giorni erano presenti presso il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito i primi 56 italiani rientrati dallo stato asiatico per la relativa sorveglianza sanitaria; oggi la stessa struttura è tuttora a disposizione dell’autorità sanitaria per i trattamenti di sorveglianza dei pazienti in osservazione. La Difesa, per la gestione della criticità e per fornire massimo supporto operativo alle attività connesse con gli sforzi nazionali contro il coronavirus, ha istituto la “Sala Operativa CoVid” presso il Comando Operativo di Vertice Interforze di Centocelle.