Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato una lettera scritta di suo pugno per rispondere allo scritto dei bambini della quinta B della scuola primaria Carlo Pisacane di Torpignattara, uno degli istituti più multietnici di tutto il territorio romano. Mattarella aveva conferito lo scorso 17 febbraio al Quirinale l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Maria Coletti, rappresentante dell’associazione “Pisacane 011”, realtà associativa che riunisce i genitori dei bambini che frequentano l’istituto Pisacane e che da anni si attiva per creare iniziative che favoriscano una sempre più efficace inclusione delle famiglie e dei tanti bambini stranieri che frequentano la scuola. In occasione della premiazione Maria Coletti, insieme a sua figlia, ha potuto consegnare al Capo dello Stato una lettera scritta collettivamente dai bambini della classe quinta B della scuola Carlo Pisacane. «Da tempo – ha spiegato Maria Coletti – pensavamo di scrivere al Presidente, poi, il 17 febbraio, in occasione della premiazione, si è presentata l’opportunità concreta di consegnargli la nostra lettera. Tutto era partito dal fatto che avevamo letto la Costituzione insieme ai bambini, che avevano notato come alcuni diritti sanciti dalla Carta poi non trovino applicazione nella realtà. Da qui è nata l’idea di scrivere al Presidente Mattarella, che ci ha stupito, e commosso, con una risposta che nessuno di noi, né grandi né piccoli, si aspettava in tempi così rapidi. Al Presidente i bambini hanno scritto alcuni consigli: dai suggerimenti in difesa dell’ambiente a una maggior cura dei senzatetto, incoraggiando l’attuazione di quei piccoli gesti che possono portare grandi cambiamenti nel futuro ma anche nel presente». Sergio Mattarella ha risposto alla missiva dei bambini con una lettera informale e autografa, partita dal Quirinale e arrivata sui banchi della quinta B dell’istituto Carlo Pisacane: «Cari bambini – si legge nello scritto di Mattarella – grazie per la vostra bella lettera e per i suggerimenti – tutti saggi e positivi – che mi avete inviato. Vi invio un saluto affettuoso, per voi, i vostri familiari e i vostri docenti». Poche, calorose parole, cariche però del valore simbolico di un gesto forte, che si inserisce in una sapiente e silenziosa linea politica che da tempo il Capo dello Stato porta avanti in favore dei valori dell’inclusione e della solidarietà. La scuola Carlo Pisacane è infatti nota per essere un istituto tra i più multietnici a Roma, e nelle sue aule bambini di diverse origini, culture, religioni, già sperimentano la pluralità che costituirà sempre più il futuro della nostra Città e di tutta l’Italia. Questa lettera, la premiazione dell’associazione “Pisacane 011”, sono tessere di un mosaico fatto di gesti e messaggi simbolici con cui il Presidente della Repubblica continua ad indicare nell’inclusione, nella pratica della solidarietà, nel rispetto della diversità, nel dialogo, nell’integrazione, la strada maestra per costruire il nostro futuro nazionale. Sono costanti nel tempo i gesti, le azioni e i messaggi con cui il Capo dello Stato continuamente riafferma la vitale importanza di questi valori. Dalla partecipazione all’inaugurazione del Centro Matteo Ricci, struttura con cui il Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, intende favorire prassi di accoglienza e integrazione dei rifugiati sul territorio romano, alla visita nelle classi dell’Istituto Daniele Manin all’Esquilino, frequentate da tanti bambini cinesi, proprio durante i giorni in cui scoppiava l’allerta per il Coronavirus, alla recente visita all’antica Comunità ebraica di Roma, è costante l’azione con cui il Presidente della Repubblica è attento alle dimensioni di incontro e solidarietà. Nella recente cerimonia per il cinquantesimo anniversario del conferimento della medaglia d’oro al valore militare al Comune di Stazzema, teatro dell’eccidio nazifascista del 12 agosto 1944, in cui persero la vita 560 persone, il Capo dello Stato ha ribadito con forza questi valori fondativi della Repubblica Italiana: «La nostra civiltà democratica – ha detto Mattarella – non è sorta dal nulla. È nata perché chi ha conosciuto l’orrore della guerra e dei regimi totalitari, ha promesso alle nuove generazioni che mai più tale orrore si sarebbe ripetuto. Questa promessa è scritta nella nostra Costituzione, dove i diritti sono legati ai doveri di solidarietà, dove l’uguaglianza non è soltanto un orizzonte, ma un impegno incessante a rimuovere tutti gli ostacoli, le discriminazioni, le ingiustizie».
08/03/2020