NESSUNA RITORSIONE DEI RENZIANI
Questa versione però è stata smentita dal senatore Arnaldo Lomuti (M5S), relatore in Commissione Giustizia al Senato della legge. Lomuti, che abbiamo contattato, ci ha rassicurato che non c’è nessuna ritorsione da parte dei renziani e che la lite temeraria è fermata principalmente per due motivi. Il primo è che in Commissione c’è molto lavoro, soprattutto per via del nuovo decreto legge sulle intercettazioni, un tema molto delicato, che va necessariamente convertito in legge entro il 29 febbraio. Il secondo motivo invece riguarda il disegno di legge Calenda, quello sulla diffamazione a mezzo stampa, che in un primo momento faceva parte di un unico corpo legislativo sulla stampa, che comprendeva anche la lite temeraria, e che poi invece “per praticità – ci dice Lomuti – si è deciso di staccare. Da quel momento in poi però, anche per un accordo tra tuti i componenti della commissione, il disegno di legge Calenda sulla diffamazione e il disegno di legge De Nicola sulla lite temeraria hanno viaggiato insieme”. Non si tratta di un accordo politico vero e proprio, così ci spiega il senatore, ma semplicemente della volontà di discutere una materia comune nello stesso momento. “Perché – continua il senatore Lomuti – si tratta di provvedimenti in qualche modo collegati e che si vanno a bilanciare, visto che quello sulla lite temeraria riguarda la tutela dei giornalisti mentre quello sulla diffamazione è stato pensato per tutelare i cittadini di fronte a chi fa un’informazione scorretta”.
Insomma, senatore, ci sta dicendo che avete dei problemi a trovare l’accordo sulla diffamazione e non sulla lite temeraria?
“Esatto, diciamo che il disegno sulla diffamazione è un po’ più complesso e sono stati apportati molti emendamenti, anche del sottoscritto, a cui hanno fatto seguito dei super emendamenti, quindi ci vorrà un po’ più di tempo per trovare la quadra, anche perché io vorrei davvero una condivisione la più ampia possibile”. Ma quali sono le difficoltà sulla diffamazione, che blocchi ci sono? “Non sono scogli insormontabili, si tratta ad esempio di capire quale deve essere l’ammenda per chi diffama o quanto rendere stringente l’obbligo della rettifica, tutti punti su cui comunque stiamo ragionando con la massima trasparenza e su cui si sta raggiungendo un accordo”.
Il problema purtroppo è che a causa di questo rallentamento è scomparso dai radar anche il disegno di legge sulla lite temeraria su cui invece l’accordo tra tutte le forze di maggioranza era stato raggiunto.
“Purtroppo stiamo rallentando una legge che ormai aspetta solo l’approvazione e che è di importanza vitale, da parte mia però c’è la più grande apertura per accogliere tutti gli emendamenti al disegno di legge Calenda, compresi quelli dell’opposizione. E poi non c’è un patto di ferro che ci obbliga a far marciare i due disegni di legge insieme, possono anche viaggiare l’uno indipendentemente dall’altro”.
Quindi siete disposti a licenziare solamente quello sulla lite temeraria nel caso in cui i tempi si prolungassero ulteriormente?
“Sì, io ho dato la mia disponibilità a separarli e licenziare per il momento quello sulla lite temeraria, mi vorrei dare 15 giorni di tempo visto che ora stiamo lavorando a testa bassa sulle intercettazioni. Finita questa urgenza ci rimetteremo a parlare di questi provvedimenti che riguardano la stampa, io credo a fine mese, e poi, tempo una, massimo due settimane, se non risolviamo l’empasse sul disegno sulla diffamazione, lasceremo andare in aula solo il disegno di legge sula lite temeraria in modo che possa diventare legge nel più breve tempo possibile”.
Senta ma non è che per caso siete finiti dentro all’empasse sulla giustizia che sta dilaniando la maggioranza?
“Ma io non ci credo che Italia Viva si comporti come si sta comportando con la prescrizione, certo, se così fosse, lo scopriremo molto presto”.