MORATORIA TARGATA RAGGI
È necessario, certo, aggiornare un regolamento fermo al 1982 e i titoli concessori, molti dei quali rilasciati sotto il mandato dell’ex sindaco Rutelli. E regolarizzare le concessioni scadute almeno per quelle associazioni per cui verrà accertato l’effettivo valore socio-culturale, tutte costoro, da quanto emerso nel corso della seduta, potranno continuare ad affidare gli immobili loro affidati. In caso contrario, gli stabili verranno riacquisiti dal Campidoglio e messi a bando. Bandi a cui non potrebbe partecipare chi è moroso. Ed è per questo che si sta pensando allo ‘strumento’ della manifestazione d’interesse da parte delle associazioni: una specie di moratoria che l’amministrazione 5stelle, dopo aver congelato le procedure di sfratto, sgombero e messa in mora nei confronti degli enti no-profit, ha inserito nella proposta di regolamento che ha iniziato l’iter nella Commissione capitolina. E che rappresenterebbe una norma transitoria in attesa delle regolarizzazione sia sul piano dei titoli concessori che dei canoni versati. Un atto, il regolamento proposto, che dovrà attraversare la pioggia di emendamenti prima in Commissione e poi Assemblea capitolina. Un lavoro che, va sottolineato, avviene all’interno della linea politica dei 5stelle, divisa a metà tra chi chiede i bandi e chi di porgere la mano al fronte dell’associazionismo.
L’ASSOCIAZIONISMO VERO VA TUTELATO
È lunga un chilometro la lista di cooperative, associazioni e comitati senza scopo di lucro che, sulla scia delle contestazione del magistrato contabile Guido Petti, si erano viste recapitare richieste di sgombero e avvisi di sfratto per morosità. Concessioni su cui si è abbattuto il ‘riordino’ voluto dal sindaco Ignazio Marino, con la famosa delibera di assemblea capitolina n.140 del 2015. Tra queste ce sono molte da salvaguardare, per le loro attività di chiaro e inequivocabile interesse sociale e pubblico. Palestre popolari, centri per il supporto di disabili, ragazzi in difficoltà, figli di detenuti, donne vittime di violenza, e ancora laboratori musicali. Proprio in virtù dell’erogazione di servizi di pubblica utilità, in molti procedimenti partiti dalla maxi-inchiesta, la stessa Corte dei Conti ha poi dichiarato legittimi i canoni ‘scontati’ (fino all’80%) pagati dalle onlus. A differenza di quelle somme irrisorie pagate invece dagli ‘amici degli amici’ dei politici per case e negozi in palazzi di pregio in pieno centro.