Partiamo dalla sua attività amministrativa, di quale provvedimento amministrativo o atto politico va maggiormente fiero?
“Sarebbe facile dire la legge per la rimodulazione degli assegni vitalizi agli ex consiglieri regionali del Lazio, ma sono particolarmente affezionato alla legge sulla mobilità nuova, approvata nella scorsa legislatura, che sta aiutando gli enti locali nella realizzazione e sviluppo di una rete ciclabile che unisce la regione”.
Siamo a più di 2 anni di mandato della maggioranza Zingaretti detta “dell’anatra zoppa” che, paradossalmente, anziché complicare la produzione legislativa, l’ha incrementata. È d’accordo?
“In questa legislatura le elezioni regionali hanno decretato tre maggioranze, o tre minoranze. Il fatto di non avere i numeri necessari per fare atti di forza da parte di quelle forze politiche vicine al presidente della giunta regionale ha di fatto creato un dialogo obbligatorio con gli altri due schieramenti presenti (centrodestra e Movimento Cinque Stelle, ndr) in aula consiliare portando di fatto a una condivisione di argomenti che hanno permesso un’attività legislativa più ampia e mirata”. Passiamo alle dinamiche capitoline. Ci dà un giudizio della giunta della sindaca Virginia Raggi. Che ne pensa? “L’esperienza di questa amministrazione andrà giudicata alla fine del mandato che i cittadini hanno consegnato a Virginia Raggi. Roma è sempre stata una città difficile da amministrare: su molti aspetti vedo dei passi avanti, ma come sa chi segue la politica regionale non mi sono mai tirato indietro quando c’è stato da segnalare situazioni che non rispondevano ai principi cardine di una buona amministrazione”.
Alle elezioni comunali di Roma Capitale manca poco più di un anno. Come sta il Movimento 5 Stelle? Come vedrebbe una ricandidatura di Virginia Raggi a sindaco della Capitale d’Italia?
“Nel Movimento Cinque Stelle, a differenza degli altri soggetti politici, l’opinione degli eletti non conta più di quella della base. Saranno gli attivisti romani iscritti a Rousseau a indicare la strada che il Movimento Cinque Stelle capitolino dovrà seguire”.
Le ultime elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria hanno certificato il forte calo di consenso del Movimento Cinque Stelle. È preoccupato di questo trend? Quale la ricetta per rilanciarlo?
“Non c’è una sola ricetta, abbiamo pagato molti errori, ma sono sicuro che non saranno ripetuti. Dobbiamo rimettere i nostri temi al centro dell’agenda politica e non farci distrarre dalle dinamiche interne, dando sempre priorità al conseguimento di risultati benefici per la maggior parte della popolazione, a prescindere che ci voti o no”.
Anche in Regione Lazio, il gruppo consiliare del Movimento Cinque Stelle appare spaccato in due tronconi. Favola o realtà?
“Ci sono diverse sensibilità che ogni tanto salgono agli onori della cronaca. Siamo un gruppo vivace dove non manca il confronto, ma alla resa dei conti finora abbiamo tutti messo il bene del Lazio sopra alle nostre differenze”.
Vorremmo una sua battuta sulla mobilità romana e sulla gestione delle ferrovie ex concesse regionali (Roma Lido e Roma Viterbo) passate da Atac a Cotral. Come valuta la decisione presa dalla giunta del presidente Zingaretti?
“Da anni mi batto per assicurare un futuro alle ferrovie ex concesse. L’anno scorso ho viaggiato su tutte le linee per verificare gli effetti delle limitazioni, bisogna intervenire subito sulle linee e rinnovare mezzi e infrastrutture. L’importante pero è che il tutto venga gestito sempre da aziende a prevalente partecipazione pubblica. Passare tutto da Atac a Cotral evita di dover mettere a bando la gestione di queste linee e farle finire in mano a un privato. Il futuro di queste linee vitali per la mobilità della nostra regione dovrà vedere una perfetta integrazione delle varie linee gestite da soggetti diversi sia in termini di collegamenti che di bigliettazione”.
Marco Montini