QUELLO ‘SPACCHETTAMENTO’ DI 2 ANNI FA
Con la modifica varata dall’aula Giulio Cesare due anni fa del ‘Regolamento delle attività commerciali sulle aree pubbliche’, la competenza dei bandi per le assegnazioni delle postazioni dei rioni municipali non è più in capo al Dipartimento sviluppo economico del Comune, ossia del Campidoglio. Bensì delle amministrazioni municipali che hanno fatto partire i bandi per mercati coperti e all’aperto, ma in un clima e con modalità tutt’altro che unitarie.
LA CRISI DEL SETTORE
I bandi municipali e le relative assegnazioni tra l’altro riguarderanno non solo posti all’aperto, ma anche postazioni chiuse per cui è scattata la decadenza della concessione a seguito di morosità o inattività. Quella dei moltissimi posti vuoti è una fotografia perfetta della crisi economica che ha travolto i mercati della Capitale. E che si riversa nello stato di degrado e di fatiscenza (oltre che di abusivismo) di molte strutture. Da tempo, infatti, le cosiddette ‘Associazioni di Gestione dei Servizi’ (Ags), costituite dagli stessi commercianti per assicurare manutenzione, pulizia e sorveglianza, lamentano una scarsità di risorse.
NODO MANUTENZIONE
Soldi per la manutenzione dei mercati rionali che in realtà dovrebbero essere reperiti da una parte consistente delle quote di concessione del suolo pubblico pagate dai titolari delle licenze. Quote che però sono sempre meno, a causa proprio dei banchi chiusi. Gli ultimi bandi per l’assegnazione di posti nei mercati rionali risalivano al 2013, come accennato in precedenza. Ma la graduatoria definitiva è stata completata solamente nel 2017, tra rinunce ed esclusioni. Nel frattempo, a Palazzo Senatorio hanno revisionato le convenzioni con le Ags, considerate troppo sbilanciate a favore degli operatori. Snodo amministrativo legittimato anche da un pronunciamento del Tar, che di recente ha sottolineato la carenza di attività manutentiva.
COIA: «RIQUALIFICAZIONE E RILANCIO»
In questo clima tutt’altro che facile, Andrea Coia, consigliere capitolino nonchè presidente della Commissione Commercio di Roma prova a guardare avanti con ottimismo: «Assegnare le postazioni rimaste deserte – dichiara Coia a il Caffè di Roma – significa portare beneficio a tutti gli operatori e alle Ags. Un percorso che però deve essere abbinato ad un’operazione di riqualificazione». Come quelle riguardanti i mercati di San Romano (IV muncipio, Primavalle (XIV), Quarto Miglio (VII) e Trieste (II). C’è inoltre il problema di spazi non a norma, per cui per essere legittimatati sul piano urbanistico servirebbero dei cambi di destinazione d’uso. «Quest’amministrazione, in tre anni, ha investito più di trenta milioni di euro su questo fronte», conclude Coia. Vero, quello che dice Coia, ma forse c’è bisogno di ancora qualcosa in più. Almeno questo è quanto chiedono i cittadini e gli operatori del settore, stremati dalla crisi che perdura da anni.