Presidente, Roma è in declino?
“Roma è una delle città più belle al mondo, purtroppo negli ultimi anni sta dando di sé un’immagine davvero negativa. C’è una perdita di attrattività determinata da una serie di aspetti legati soprattutto al tema dei rifiuti, dei trasporti e del decoro”.
Cosa è mancato in questi anni?
“Quello che trovo grave, per la capitale del nostro Paese e per quello che ha rappresentato la nostra città nei suoi 2500 anni di storia, è che non abbia una visione, un piano strategico a medio e lungo termine come hanno tutte le grandi capitali e le metropoli del mondo”.
Come sta il tessuto produttivo della città e di tutta l’area metropolitana?
“Se guardiamo alla città metropolitana possiamo dire che rappresenta l’82% del Pil della Regione Lazio. Sicuramente è un tessuto produttivo nell’insieme positivo, trainato da imprese del settore aereonautico, aereospazio, farmaceutico, ICT, audiovisivo e del turismo. Sicuramente c’è una buona effervescenza nel nostro tessuto imprenditoriale”.
La crescita del numero delle imprese non sempre è un buon segnale però…
“È vero, ci sono delle difficoltà soprattutto nella città di Roma che è più legata ai servizi e dove si registra un plus tra imprese che nascono e imprese che muoiono ma senza che queste creino lavoro e valore aggiunto. Nella maggior parte dei casi si tratta di tentativi individuali di uscire da una situazione di difficoltà economica. Il lato positivo però di questa situazione è che c’è molta voglia di impegnarsi e di non arrendersi”.
Si vive troppo di servizi in questa città?
“Un’economia è florida se c’è equilibro tra il settore manifatturiero e quello dei servizi e questo equilibrio possiamo dire che nella città metropolitana c’è. Il fatto che la città di Roma viva principalmente di servizi non è un impedimento per individuare nuove progettualità”.
Milano è centro finanziario, Roma che cos’è?
“Roma ha tutte le caratteristiche per diventare una città internazionale. È l’unica città che per 2500 anni è stata il punto di riferimento culturale a livello mondiale, nessuna città al mondo può vantare caratteristiche simili, non a caso “Roma” è il primo brand più cliccato nei motori di ricerca. Per valorizzare ulteriormente Roma è necessario dotarsi di un piano strategico che la faccia diventare una città internazionale, attrattiva, resiliente, ecosostenibile che possa garantire nel tempo una migliore qualità della vita alla persona”.
Quindi è necessario un intervento pubblico per risollevare la situazione?
“Sì, Roma, essendo la capitale, ha bisogno innanzitutto di risorse pubbliche così come avviene per tutte le capitali del mondo. E’ necessario investire in primis in infrastrutture, fondamentali in un contesto come il nostro, sulle quali auspichiamo fortemente che quanto prima arrivino interventi pubblici. Mi riferisco in particolare alla Roma – Latina, opera strategica, alla Cisterna – Valmontone, alla Orte – Civitavecchia e al raddoppio della Salaria. Le faccio un esempio: le multinazionali farmaceutiche del territorio pontino ci raccontano che Roma è la sede più richiesta dove i manager vorrebbero non soltanto lavorare ma anche soprattutto vivere. Il problema è che per entrare ed uscire da Roma, si corre il rischio di perdere 2 o 3 ore del proprio tempo per fare il tragitto casa – lavoro, lavoro – casa. Le infrastrutture servono per migliorare la qualità della vita e per far diventare più attrattivo il nostro territorio e per incentivare gli investimenti privati”.
Roma è anche capitale dell’Università, come si può sfruttare meglio questo fattore?
“Siamo la prima regione a livello europeo per sistema universitario e centri di ricerca, bisogna valorizzare in maniera più incisiva questa peculiarità. Bisogna investire nel dialogo tra il mondo universitario ed il sistema delle imprese presenti nella nostra Regione, in modo da supportare adeguatamente le esigenze delle stesse utilizzando i centri di ricerca ed il capitale umano presente nelle varie università. Come Unindustria per valorizzare la tematica impresa 4.0, abbiamo costituito il Digital Innovation Hub del Lazio: le piccole imprese, che rappresentano oltre l’ 85% del nostro tessuto produttivo, per crescere ulteriormente e internazionalizzarsi hanno bisogno di fare innovazione tecnologica e di digitalizzare i propri processi produttivi. Per supportare ulteriormente questo processo abbiamo sottoscritto un Accordo Quadro con i principali atenei del Lazio, precisamente 7, di cui 5 pubblici e 2 privati, accordo che vede la partecipazione della Regione e nel quale entrerà nelle prossime settimane anche l’Abi”.
Visto che ha citato la Regione, come sono i rapporti con le istituzioni del territorio?
“Con la Regione Lazio abbiamo ottimi rapporti. Con il Comune di Roma non riusciamo ad avere un dialogo che sia proficuo nel tempo. Come ho già precisato a Roma manca un piano strategico per il rilancio della città, per questo motivo abbiamo formulato una proposta chiamata Roma Futura 2030-2050 .Tale proposta è stata fatta propria da tutte le altre associazioni datoriali e dalle organizzazioni sindacali. Anche le forze politiche, di maggioranza ed opposizione, presenti all’interno della Commissione attività produttive della Regione Lazio, hanno sposato all’unanimità il nostro progetto. Mentre con il Comune di Roma abbiamo una difficoltà a dialogare”.
Ma nell’immediato, invece, che proposte avete, per esempio per risolvere il problema rifiuti?
“Premesso che questa problematica non è mai stata affrontata dalle amministrazioni passate, il problema viene da lontano. Però come diceva M.L.King, se trovi una situazione negativa e non fai nulla per eliminarla sei anche tu responsabile della stessa. Poiché il problema dei rifiuti ha un impatto sulla qualità della vita dei cittadini, con la collaborazione di Enea, nei prossimi mesi verrà presentato uno studio per risolvere definitivamente il problema dei rifiuti solidi urbani nell’ambito dell’economia circolare. A tal proposito, la scorsa primavera, siamo stati a Copenaghen, per incontrare il Comune e capire come hanno gestito il tema rifiuti, ed è stata anche l’occasione per visitare il loro termovalorizzatore che è un impianto all’avanguardia a livello mondiale”.
Ma quindi Presidente ci sono dei segnali positivi, cosa vede all’orizzonte?
Credo che se non ci liberiamo della clausola di salvaguardia dell’IVA, che condiziona fortemente le finanziarie del nostro Paese, difficilmente potremo avere risorse per il rilancio dell’economia dell’Italia. Il sistema delle imprese ha in questi anni contribuito in maniera fondamentale a mantenere il nostro paese competitivo e ha permesso di confermarci come il secondo paese manifatturiero d’Europa. Per quanto riguarda il futuro prossimo il principale fattore di crescita risiederà nell’European Green New Deal che rappresenta anche per noi una grandissima occasione. Più in generale se la politica fosse in grado di mettere il nostro Paese nelle condizioni di stare al passo delle altre nazioni europee potremmo aspirare in pochi anni ad avere un economia fortemente in crescita.