RECUPERO DI 13 AREE E IMMOBILI
Sono tredici difatti tra immobili ed aree dismesse di proprietà pubblica – da siti industriali chiusi ad ex scuole – da convertire in altre destinazioni d’uso tramite varianti al piano regolatore. Il tutto affidando in gestione ai privati, con annessa concessione del terreno in diritto di superficie. Questi avranno la possibilità di demolire e ricostruire gli immobili con un generoso premio di cubatura. Ma gli immobili rimarranno di proprietà del Comune. Delle strutture selezionate, subito quattro sono state messe a bando nell’iniziativa internazionale di progettazione “Reinventing cities”.
RAGGI: “CAMBIAMO ROMA”
L’edilizia privata a carattere ‘sociale’ sembra essere l’asso nella manica della sindaca Raggi sul versante delle politiche abitative. Tanto da presentarsi, il giorno dopo il voto in Aula, in conferenza stampa per presentare in pompa magna quello – parole sue – che «è una sfida per cambiare il paradigma dell’urbanistica e dell’edilizia a Roma”. Si riferiva, per la precisione, al cosiddetto piano di valorizzazione immobiliare che poche ore prima era stato approvato dai consiglieri capitolini.
GIUNTA AVANTI TUTTA
Argomento sempre più caldo nella Capitale, quello dell’emergenza abitativa, sin da quando il prefetto Gerarda Pantalone ha approvato un piano pluriennale per gli sgomberi. Era lo scorso luglio e in quella fase il Viminale conteggiò circa 11mila persone che occupano abusivamente un alloggio a Roma. Dato quasi coincidente con i 13mila in lista d’attesa per una casa popolare. E allora ecco che i delegati della sindaca all’Urbanistica e al Patrimonio, gli assessori Luca Montuori e Valentina Vivarelli, hanno portato in Aula un atto sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare, infilandoci in mezzo la destinazione dell’housing sociale. Un’edilizia residenziale pubblica che andrebbe – così almeno sostiene la Giunta Raggi – a tamponare l’emergenza per quanto riguarda fasce di reddito che non rientrano nel tetto per ottenere una casa popolare, ma che hanno al contempo difficoltà ad accedere al libero mercato delle abitazioni. Critici sul provvedimento i consiglieri di minoranza Cristina Grancio (Gruppo misto) e Stefano Fassina, che puntano il dito contro «una ‘valorizzazione’ dietro cui si cela – hanno tuonato – l’ennesima privatizzazione dei patrimonio pubblico».