TRE PROCESSI IN UNO
La procura ha annunciato alla Corte la volontà di riunire il processo con quello principale che vede già imputato, tra gli altri, Luca Parnasi, il costruttore romano che con la sua Eurnova ha intenzione di costruire lo stadio e che per evitare intoppi avrebbe oleato il sistema politico e amministrativo con promesse, consulenze e mazzette. Un procedimento, quello a carico di Parnasi e di altri 11 coimputati, che presto potrebbe essere a sua volta anche accorpato all’altro procedimento giudiziario sempre sullo stadio, ossia quello legato al filone di Luca Lanzalone, l’ex Amministratore Unico di Acea ed ormai anche ex delegato di Roma Capitale al progetto stadio, finito accusato pure lui di corruzione.
I PM: “PROVE ANALOGHE”
In caso di riunione dei tre procedimenti, eventualità data pressoché per scontata nel palazzo di Giustizia della Capitale, si arriverebbe a un maxiprocesso con 16 imputati. I pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, titolari dei diversi filoni d’inchiesta, ritengono che alla base della riunione ci sarebbero “oggettive ragioni di connessione e fonti di prove analoghe”. Sul punto comunque sono chiamate a discutere le difese e le parti civili. Il processo De Vito è stato quindi aggiornato al prossimo 8 gennaio.
IL CAMPIDOGLIO PRONTO A CHIEDERE I DANNI A DE VITO
Un procedimento atteso per il suo peso giudiziario e politico. De Vito, che ha sempre ribadito la sua innocenza, scontati nove mesi tra carcere e domiciliari, siederà sul banco degli imputati senza più restrizioni, alternando l’impegno giudiziario con quello in assemblea capitolina, dove è rientrato il 19 novembre scorso; Roma Capitale sarà in aula come parte civile. Significa che si costituirà in giudizio affinché le accuse dei magistrati vengano confermate e per chiedere agli imputati, in caso di condanna, anche un risarcimento economico per i danni subiti. In sostanza, il Campidoglio si dichiara pronto a chiedere i danni, con la sua costituzione di parte civile, al Presidente De Vito ed agli altri 15 co-imputati.
SINDACA, EX ASSESSORI E BALDISSONI IN AULA COME TESTIMONI
La sindaca di Roma, Virginia Raggi, completamente estranea ai fatti, sarà in aula come teste chiave, ovvero come testimone chiamato in giudizio dalla Procura. Insieme a lei, a doversi presentare in aula, anche gli ex assessori della Giunta Raggi a Urbanistica, Paolo Berdini, e Partecipate, Massimo Colomban. Oltre al potentissimo direttore generale del Comune di Roma, Franco Giampaoletti. La lista dei ‘convocati’ comprende anche Mauro Baldissoni, Direttore Generale della As Roma.
AGLI ATTI MIGLIAIA DI INTERCETTAZIONI TELEFONICHE
Agli atti del processo finiranno migliaia di intercettazioni telefoniche fiume. Tra cui gli scatti d’ira di Parnasi: “Questi sono tutti figli di puttana alla fine e pensano al loro culo politico, non pensano a Roma, non frega un c…o nessuno, questa è la verità: di Roma non gliene frega un c…o nessuno”, si imbufaliva nel marzo del 2017 per la battuta d’arresto del progetto a causa della Valutazione di impatto ambientale negativa. “Dobbiamo dire noi come si fanno le cose non farcelo dire”. L’imprenditore ha sempre lamentato i tempi troppo lunghi. “Ci ho messo 26 milioni e mi rode il culo e così rischiamo che Pallotta va via. Noi dobbiamo dire a Comune e Regione cosa devono fare…, cercando di comprimere il più possibile i tempi”.
MAXI PROCESSO, MA ANCHE RISCHIO DI FALLIMENTO
I guai giudiziari del costruttore romano comunque vanno ben oltre le questioni penali. Ha anche una grossa grana civile da affrontare. Il 18 dicembre, infatti, è fissata davanti al tribunale civile di Roma l’udienza per il fallimento delle società che fanno capo a Parsitalia, altro colosso del gruppo di famiglia, nei guai col fisco per un debito di 32 milioni di euro di tasse non pagate.