«Non sono responsabile della morte di questa ragazza, chiedo perdono e scusa alla madre e alla famiglia e rispetto il loro dolore», ha detto in udienza Yussef Salia, che ha anche detto di voler ritirare la denuncia presentata contro i genitori della vittima per omessa vigilanza.
Il ghanese è accusato insieme ad Alinno Chima, Mamadou Gara e Brian Minthe di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori. Nel corso dell’udienza si sono costituiti parte civile il Comune di Roma, la Regione Lazio, Telefono Rosa e le associazioni ‘Insieme con Mariannà e ‘Dont’ worry- Noi possiamoOnlus’. Davanti alla terza corte d’assise, nell’aula bunker di Rebibbia, erano presenti anche la mamma e la zia di Desirée. La prossima udienza è fissata per il 15 gennaio.