Il mondo sarà salvato dalla bellezza» scriveva Dostoevskij al centro di uno dei suoi romanzi più importanti, perché, per lo scrittore russo, l’arte era rimasta l’unica via per arrivare in modo trasversale a toccare e muovere il cuore degli uomini nel tempo del nichilismo. Di questa forza concreta dell’arte continuano a essere testimoni i ragazzi del Cinema America, dalla prima tappa della loro storia all’ultima: l’annuncio dell’avvio dei lavori di riqualificazione del cinema Troisi, sala storica di via Induno chiusa dal 27 febbraio 2013, che verrà completamente rinnovata e offerta alla collettività entro l’autunno del 2020 con una sala da 300 posti, un unico schermo da 13 metri con digitalizzazione in 4K di ultima generazione, un foyer bar e un’aula studio-biblioteca di 40 postazioni che sarà aperta 24 ore su 24, e sarà: «La prima di questo tipo esistente a Roma», come spiega il ventottenne Valerio Carocci, presidente dell’associazione Cinema America. Un percorso ormai quasi decennale quello dei 23 ragazzi e ragazze che costituiscono il nucleo storico dell’associazione Cinema America, fatto insieme ai moltissimi che, dalle stelle del cinema italiano e internazionale alle tante persone comuni sul territorio capitolino, hanno creduto in loro e li hanno sostenuti. L’esperienza del Cinema America è nata dall’iniziativa spontanea di ragazzi provenienti in gran parte da realtà periferiche romane, con alle spalle la partecipazione al movimento universitario dell’Onda, che hanno compreso come la bellezza e l’arte fossero il modo più potente e benefico per rispondere al degrado urbano e sociale che avvertivano nella città in cui erano nati e cresciuti, e per soddisfare quel bisogno di aggregazione e di comunità fortissimo nel nostro tempo. Animati da questo anelito sociale, apolitico e post ideologico, nel 2012 decidono di incarnarlo in un obbiettivo concreto: occupare e ridare vita alla sala abbandonata del Cinema America a Trastevere, per evitarne l’abbattimento, riuscendo a far tutelare l’edifico dal Mibact, evitandone la demolizione, nonostante lo sgombero della sala occupata da parte delle forze dell’ordine nel 2014; un “male” che però porterà l’associazione ad un paradossale ampiamento, dando indirettamente avvio all’esperienza delle proiezioni all’aperto in Piazza San Cosimato, a Trastevere, che dal 2018 si espanderà anche a Ostia e Tor Sapienza. La riapertura del Cinema Troisi, ottenuta grazie alla vittoria del bando comunale “Patrimonio Comune” nel 2016, e a un lungo e travagliato iter burocratico durato tre anni, è la naturale prosecuzione di questa esperienza di riqualificazione nata dal basso a partire dal 2012, e permetterà all’associazione di gestire una delle sale cinematografiche storiche della capitale. Il progetto di ristrutturazione del Troisi, affidato agli architetti Claudia Tombini e Raffaella Moscaggiuri, verrà realizzato grazie a un investimento di 1.426.942 euro, di cui 1.041.554 ottenuti grazie alla partecipazione al bando “piano straordinario cinema” indetto dal Mibact. Altri 100mila euro arrivano dalla Regione Lazio, grazie al concorso pubblico “Creatività 2020”, altrettanti vengono da un accordo con la Siae e da vari altri sponsor. «I restanti 185.388 euro provengono dai nostri fondi e da donazioni ricevute dai sostenitori, raccolte durante le arene estive e da contributi offerti da personalità del mondo dello spettacolo» spiega Valerio Carocci, che sull’orientamento sociale e artistico del progetto di riapertura del Troisi ha aggiunto: «Daremo visibilità e voce alle opere più piccole e meno conosciute, e vorremo creare pubblico anche grazie al lavoro quotidiano svolto sul territorio. I servizi complementari che affiancheranno l’attività cinematografica poi, permetteranno a una cittadinanza eterogenea di attraversare e vivere questo spazio, con l’obbiettivo di coinvolgere nuovi potenziali spettatori tra coloro che non frequentano più il grande schermo, o forse non l’hanno mai frequentato». Lavori al via a inizio 2020.
02/12/2019