Si parla di 600 milioni di spesa in tre anni e di rifiuti esportati in Svezia e Olanda, continuando ad ignorare la soluzione che le altre città d’Italia e d’Europa stanno adottando a salvaguardia sia dei conti che dell’ambiente, cioè puntare tutto sulla raccolta differenziata.
Che i romani non siano mai stati educati alla cultura del riciclo è certamente la massima colpa di tutte le amministrazioni che si sono succedute nei decenni passati, ma quello che sta facendo l’amministrazione Gualtieri è gettare al vento l’ennesima possibilità di rendere la città bella e pulita, senza dover ricorrere a sotterrare e bruciare quantità enormi di rifiuti indifferenziati.
Si continua a puntare sulla costruzione di impianti per trattare i rifiuti, comunque sempre fortemente inquinanti, e a non puntare sulla raccolta differenziata che, dovunque è stata bene applicata, ha portato a città pulite, forte riduzione di rifiuti in discarica, nessun bisogno di costruire nuovi inceneritori, miglioramento della salute generale della popolazione, aumento dei posti di lavoro e forti riduzioni delle tasse sull’immondizia: ricordiamo che a fronte di un servizio rifiuti a dir poco scandaloso, i cittadini romani oggi sono anche costretti a pagare una tassa rifiuti tra le più care d’Europa proprio a causa di questa cecità nelle scelte. È evidente ovunque ormai che le scelte a favore della raccolta differenziata portano anche forti risparmi nelle bollette da pagare.
Chiamarlo “termovalorizzatore” non migliora la realtà! Quell’inceneritore di Santa Palomba dove si bruceranno carta, plastica e tutti quei materiali che Roma avrebbe potuto differenziare (e rivendere, guadagnandoci anche), oltre a costare uno sproposito e a non essere pronto prima del 2026, porterà probabilmente Roma a subire richiami dalla Comunità europea, che ha chiaramente indicato una via diversa per la lotta al degrado e all’inquinamento.
Con questo piano rifiuti Roma resterà con la Tari altissima, oltre a essere sporca e inquinata, una vera gioia anche per cinghiali, gabbiani e topi.
Il piano rifiuti, secondo l’Agenzia Dire
Fino in Svezia e in Olanda. Almeno per i prossimi tre anni i rifiuti di Roma faranno il giro dell’Europa per evitare altre crisi in città e, soprattutto, metterla in sicurezza in vista del Giubileo.
In attesa del raggiungimento dell’autonomia impiantistica, che per la parte dell’immondizia indifferenziata passerà in particolare per la costruzione del termovalorizzatore a Santa Palomba (il sindaco Gualtieri ne prevede l’accensione a ottobre 2026), il Campidoglio attraverso l’Ama ha approntato un piano transitorio di trattamento relativo a 900mila tonnellate l’anno di talquale e incenerimento di 800mila (perché il processo di trattamento riduce il peso dell’immondizia in uscita da smaltire) dal 2023 al 2025, a un costo complessivo che sfonda il muro del mezzo miliardo di euro nel triennio. A questo piano, che l’agenzia Dire è in grado di ricostruire, Ama ha lavorato per 5 mesi. Non solo sottoscrivendo tutti i contratti con operatori terzi per il trattamento dell’indifferenziato e la termovalorizzazione, ma anche approntando una serie di interventi legati alla logistica per facilitare l’imballaggio dei rifiuti trattati e la spedizione via treno.RIFIUTI IN GIRO PER L’EUROPA, DALL’OLANDA ALLA SVEZIA
Il rifiuto raccolto sarà trattato nei tmb e tritovagliatori dell’Ama (Rocca Cencia e Ostia) e degli altri operatori privati di cui la municipalizzata si serve da tempo (ad esempio E. Giovi, Rida, Saf, Ecosystem, Porcarelli, Deco etc.), quindi l’azienda capitolina offrirà a chi tratterà i suoi rifiuti gli sbocchi per lo smaltimento nei termovalorizzatori. La multiutility emiliana Hera si farà carico di 400mila tonnellate ogni anno, di queste 150mila finiranno all’estero. Altre 250mila andranno in giro per l’Europa tra Austria, Germania, Olanda e Svezia. Il resto finirà nel termovalorizzatore di Acea a Sanvittore.
A fianco a questo, come detto, Ama ha “corretto” la propria rete logistica per facilitare la spedizione dei rifiuti di Roma. Quindi il tmb di Rocca Cencia e il tritovagliatore di Ostia saranno dotati di una pressa e di una filmatrice per imballare l’immondizia trattata e di un’area di stoccaggio. Una terza area di stoccaggio sarà invece realizzata a Ponte Malnome (altro stabilimento Ama). Già la prossima settimana potrebbero arrivare le prime ordinanze in questo senso del sindaco Gualtieri, nella sua veste di commissario di Governo.TRENI CON RIFIUTI PER RIDURRE I TEMPI DI TRASPORTO
Imballaggi e stoccaggi saranno fondamentali per ridurre i tempi della spedizione verso l’estero via treno. L’Ama conta a regime di farne partire due a settimana da Civitavecchia: ogni viaggio sarà da 900 tonnellate, quindi 1.800 ogni 7 giorni.
LA DISCARICA DI ALBANO SARA’ ATTIVA FINO A GENNAIO
Servirà un mese per rodare la macchina organizzativa. Fino a fine gennaio Roma continuerà a utilizzare la discarica di Albano, che poi chiuderà per esaurimento delle volumetrie. Contemporaneamente stanno per partire i primi viaggi per l’Olanda che fanno parte di un accordo da 50mila tonnellate che Ama aveva sottoscritto, e che sono in più rispetto alle 400mila che ogni anno dal 2023 andranno oltre confine. Inoltre, già dalla prossima settimana il tmb di Guidonia inizierà a ricevere 100 tonnellate al giorno di indifferenziato per collaudare l’impianto. In sostanza, da fine febbraio cominceranno a partire i due treni a settimana per l’estero. Solo termovalorizzatori, no discariche. Una scelta che se da una parte riduce l’impatto ambientale della gestione delle quasi 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti da smaltire dal 2023 al 2025, dall’altra aumenta sensibilmente i costi, considerato che conferire in discarica costa meno.
TRA IL 2023 E IL 2025 AMA SPENDERÀ ALMENO 575 MILIONI
Per trattare e smaltire i suoi rifiuti indifferenziati Ama spenderà dal 2023 al 2025 circa 170 milioni di euro l’anno (tra i 200 e i 215 euro tonnellata in media), 30 in più rispetto al 2022. Inoltre per l’anno del Giubileo, quando la produzione di immondizia sarà certamente superiore rispetto all’ordinario, la società di via Calderon de la Barca ha messo in conto nel piano industriale extracosti (relativi anche allo spazzamento e alla raccolta) per altri 25 milioni di euro. Come detto, Roma conta di vedere in funzione il suo termovalorizzatore dopo il Giubileo e non è un caso, dunque, che tutti i contratti sottoscritti contengano un’opzione per il prolungamento di due anni.
Il pressoché inesistente parco impiantistico della Capitale non riguarda solo la gestione dei rifiuti indifferenziati ma anche l’organico. Delle 200mila tonnellate raccolte ogni anno attraverso la differenziata, ben 150mila prendono la strada dei biodigestori del nord Italia a un prezzo di 90 euro per tonnellata. Totale 13,5 milioni di euro l’anno. A questi vanno aggiunti i costi di trattamento di altre 20mila tonnellate presso impianti vicino Pomezia di cui Ama si serve (le restanti 30mila vengono lavorate nell’impianto di compostaggio dell’azienda a Maccarese). Sommando il tutto, nel triennio la municipalizzata sborserà una cifra molto vicina ai 600 milioni di euro per non avere impianti propri. E se sull’indifferenziato la prospettiva del termovalorizzatore (e quindi dell’azzeramento dei costi per l’export nel medio periodo) sembra solida, per l’organico ancora non si vede una via d’uscita. Il Ministero dell’Ambiente, infatti, non ha finanziato i due impianti (da 200mila tonnellate complessive) che Ama avrebbe voluto realizzare a Cesano e Casal Selce.
Agenzia Dire