Politica energetica, industria e lavoro. Queste le tre parole chiave al centro della relazione di Angelo Camilli, Presidente di Unindustria Lazio, durante l’Assemblea che si è tenuta lo scorso 28 aprile al Teatro dell’Opera di Roma davanti ad una platea d’eccezione composta dal presidente della Repubblica Sergio Matterella, il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi e circa 1000 imprenditori provenienti da tutto il territorio. “La ripresa post-Covid, già prima dello scoppio della guerra, ci aveva messo davanti a due fragilità trasversali del nostro sistema Paese: la politica energetica e quella industriale” ha detto Camilli proprio nell’incipit del suo discorso,. “Sul fronte energetico paghiamo scelte emotive, come quelle sul nucleare, ma paghiamo anche rifiuti e indecisioni. Abbiamo fermato, infatti, le ricerche per le estrazioni di gas naturale in mare sfruttate, nel frattempo, da altri Paesi dell’Adriatico. C’è un’opposizione ideologica, in molti territori, al recupero di energia dai rifiuti, che invece è la regola in tutta Europa. Anche sulle rinnovabili ci sabotiamo”. Sul tema non è mancato un riferimento al termovalorizzatore annunciato da Gualtieri (per smaltire 600 tonnellate di rifiuti e chiudere così il centro Tmb di Rocca Cencia) che per Camilli sarebbe un’opera fondamentale per iniziare a risolvere il problema rifiuti coniugando sostenibilità con responsabilità “chi si oppone al progetto è contro il bene e il progresso della città”.
La capitale, secondo il presidente degli industriali del Lazio, può essere un vero booster per il rilancio di tutta la regione, a patto che si realizzino quelle infrastrutture necessarie a renderla davvero al pari di una grande capitale europea: “20 anni per fare 20 chilometri di metropolitana sono troppi quando a Madrid ne hanno fatti 120 e a Tokyo 700.” Dunque una nuova politica industriale, che, sulla scia dei fondi del Pnrr e su quelli del Giubileo del 2025 e anche su quello straordinario previsto nel 2033, potrebbe essere davvero il decennio di svolta per la capitale “ma serve un piano organico e lungimirante”. Camilli ha poi allargato il discorso anche a livello regionale, rivolgendosi direttamente a Zingaretti (e incassando il suo assenso dalla platea): “Presidente usciamo insieme da un infinito replay di ripartenze e puntiamo sull’impronta industriale che po’ essere un’identità per la nostra regione in cui riconoscersi”. Dopo aver indicato il nuovo Consorzio industriale, il più grande d’Italia, come una grande occasione per il rilancio di tutti i siti industriali, il Presidente di Unindustria si è soffermato su alcune criticità e su progetti che attendono di essere sbloccati come quelli nelle aree di crisi complessa di Frosinone e Rieti dove “bisogna far presto con le graduatorie per i nuovi progetti di investimento che aspettiamo da tre anni”. Non è mancato un riferimento al distretto della ceramica di Civita Castellana e quelli dell’area industriale di Pomezia e Aprilia, principale polo manifatturiero della regione, dove si opera – secondo Camilli – “in un contesto che è ben lontano dalle immagini patinate delle valley produttive dell’invidiato made in Italy. Investiamo con convinzione su dotazioni infrastrutturali e servizi alle imprese. Monitoriamo gli 8 miliardi di investimenti del Ministero delle Infrastutture sulla regione e sulla Capitale, ma facciamo finalmente chiarezza sull’autostrada Roma-Latina attesa da trent’anni”. Camilli ha anche commentato la vicenda della Catalent, multinazionale farmaceutica americana con una sede ad Anagni che, anche sulla spinta della produzioni di vaccini anticovid, aveva deciso di investire 100 milioni di dollari nel sito italiano, investimento dirottato in Inghilterra dopo 2 anni in attesa di permessi mai arrivati (l’industria è nel Sito di Interesse Nazionale del Bacino del Fiume Sacco). È stato lo stesso Zingaretti poi ad annunciare durante l’assemblea che il SIN del Fiume Sacco sarà tolto e ricalcolato (con una perimetrazione più ristretta).