Da questa mattina sabato 12 marzo il territorio di Roma e provincia non ha più una discarica dove sversare i propri rifiuti indifferenziati. Ieri pomeriggio, venerdì 11 marzo, la procura di Velletri ha sequestrato e chiuso la discarica di Albano Laziale, che dallo scorso 2 agosto accoglieva quotidianamente tra le 800 e le 1000 tonnellate di rifiuti non differenziati di Roma (per il 95 per cento) e Provincia. I magistrati veliterni hanno rilevato che la società che gestisce l’impianto non ha mai prodotto una fidejussione per la gestione della fase di post mortem, cioè un’assicurazione per garantire il pagamento nell’arco di un trentennio dei costi legati alla chiusura e bonifica del sito. Serafica la risposta di Sabrina Alfonsi, assessora ai Rifiuti capitolina, alla decisione dei magistrati, affidate a Ginevra Nozzoli, su Roma Taday: “Il provvedimento disposto dal Tribunale di Velletri – ha dichiarato – non mette in discussione né l’ordinanza del Sindaco Gualtieri, né fa riferimento a problematiche ambientali del sito, ma la presunta mancanza di una tipologia di fideiussione. Siamo già al lavoro per trovare gli sbocchi necessari per questi giorni e per non disperdere il lavoro fatto in questi mesi”. Parole, le sue, che sembrano poco fondate visto che l’Arpa Lazio (Agenzia Regionale di Protezione Ambientale) ha rilevato per sei mesi consecutivi (da agosto 2021 a gennaio 2022 inclusi) nelle falde acquifere sottostanti il sito industriale di Albano elementi chimici pericolosi per salute e ambiente in concentrazione ben superiore ai limiti massimi ammessi dalla legge.
12/03/2022