Assessore, ma chi glielo ha fatto fare?
“La passione. Io ho questa malattia della mobilità, sono uno che faceva i modellini dei trenini da piccolo e da più di 20 anni è anche il mio lavoro e me ne sono sempre occupato anche quando avevo altri ruoli, io vedo un tram storico e mi emoziono”.
Partiamo dalle urgenze: la Roma Lido, ritardi enormi e poi la fermata di Piramide che manca da mesi, a che punto siamo?
“Purtroppo anche se fanno più notizia i bus che vanno a fuoco, la situazione più drammatica di Roma è quella legata al ferro, una situazione ereditata da anni e anni di incuria, ma la cosa più preoccupante è che Atac ha perso i processi industriali: io mi ricordo che quando ero qui con Mario di Carlo (20 anni fa), c’era un gruppo altamente specializzato che poi è andato via senza alcun rinnovamento. Sulla Roma Lido non sono state fatte le revisioni dei treni, non vengono fatte le manutenzione straordinarie e ordinarie, non è stata fatta l’innovazione elettrica, non è stata fatta innovazione tecnologica. Il problema di questa linea sono gli anni di incuria. Certo stiamo facendo di tutto per aggiungere gli altri tre MA200 rispetto ai convogli che girano oggi, anche se Atac ha dato dei tempi che finora non ha rispettato”.
L’altra emergenza (continua) è quella che riguarda la Metropolitana: a dicembre si è rischiato di vederla completamente ferma a causa della mancata revisione dei convogli.
“Lì abbiamo due tipi di problemi: il primo è capire come mai Atac non abbia provveduto a organizzare per tempo una revisione generale; poi c’è il secondo problema di governance e gestione dell’azienda. Il primo è un fatto grave, non basta dire che non ci sono stati finanziamenti, non esiste che un’azienda non riesca a programmare una scadenza così importante, significa che ha perso il suo know how e significa che bisogna fare di tutto per immettere nuove professionalità, nuove competenze e a me piacerebbe che fossero inserite nuove eccellenze: abbiamo una facoltà di Ingegneria dei Trasporti da dove escono tanti 110 e lode che poi vanno a lavorare altrove, potrebbero lavorare per la propria città. Purtroppo il problema Atac non riguarda solo gli ultimi 5 anni di Amministrazione Raggi, magari! Sono 14 anni, dopo l’ultimo Veltroni, che si è picconata l’azienda spogliandola di professionalità e facendola indebitare. Quando sono andato via io in Atac c’erano 101 dirigenti, non so se fosse un numero congruo, considerato che parliamo di un’azienda con 13mila dipendenti, ma ora di dirigenti ce ne sono 29 e questo significa accumulare troppe mansioni nelle mani di una singola persona. La seconda questione riguarda la manutenzione in house e questo tocca gli asset di Atac: anche qui noi abbiamo due officine, quella di Osteria del Curato e di Magliana, dove si potrebbe fare qualsiasi cosa sui treni, ci sono spazi immensi e grandi quantità di binari ma attualmente non li sfruttiamo”.

E quindi cosa potete fare? Avete chiesto 1,2 miliardi di fondi al Governo, basteranno?
“Dobbiamo lavorare prima di tutto sulle nuove metropolitane, quindi sul prolungamento della A, della B, della C e poi della D. Ad oggi queste sono le uniche 4 linee realizzabili per costi/benefici nella nostra città. Poi c’è il tema dell’ammodernamento dell’esistente. Per finire tutte le linee metro, da qui ai prossimi 20 anni, servono 11,5 miliardi mentre per l’ammodernamento delle linee A e B servono 1 miliardo e 200mila euro che io ho chiesto per tutti i lavori sull’impianto elettrico, sul segnalamento, sulle banchine e anche per avere qualche innovazione in più: mi piacerebbe portare la guida autonoma, come succede già per la C, e anche le barriere anti suicidio, che sono per noi importanti, perché spesso la metro si ferma a causa di persone che non stanno bene e che scelgono quel luogo per compiere atti di autolesionismo. Mi piacerebbe che l’assessore che viene dopo di me e anche gli altri, possano usufruire del lavoro che sto facendo, perché negli anni passati c’è stata da parte di certa politica una rincorsa al taglio del nastro che vale un applauso ma se non lasci niente nel cassetto per chi viene dopo non fai il bene della città”.
Ma la nuova fermata della Metro C Fori Imperiali-Colosseo?
“Va aperta nell’ottobre del 2024 anche perché non saprei come affrontare il Giubileo, poi per l’Expo 2030 dobbiamo avere la fermata di Piazza Venezia e la Galleria Farnesina”. Il parco autobus state provvedendo a rinnovarlo? “Sì, stiamo comprando nuovi autobus, dobbiamo sostituirne tra i 500 e 600 e continueremo a comprare autobus a metano, ibridi e a idrogeno e poi anche qualcosa di elettrico perchè entro la fine del 2022 dovremmo sostituire quelli arrivati a fine vita”.
Metro C: entro il 2024 pronta la fermata Colosseo per l’Expò 2030 quella di P.zza Venezia
C’è però anche un problema autisti.
“Sì, a parte il Covid, questa è un’azienda dove ogni anno devi fare due cose: assumere 150-200 autisti e comprare tra i 150-200 autobus e questo lo devi fare ogni anno per avere una flotta con una vita di 5, 6 o 7 anni di media, oggi la media è di 12 anni. Nel 2022 andranno in pensione 178 autisti e bisogna essere in grado di mettere in campo subito i sostituti. Purtroppo Atac non può agire sul mercato in maniera libera, bisogna chiedere permessi, c’è un controllo di più enti, e nel frattempo le altre aziende si accaparrano i migliori”. Su monopattini e bici elettriche che idea ha, c’è un piano per organizzarli al meglio? “In questi 5 anni è stato fatto sicuramente un lavoro meritevole perché si è affermato che lo sharing è un mezzo di trasporto e i romani questo lo hanno capito, però non è stata data una funzione trasportistica a questi mezzi, è stata lasciato al libero mercato l’organizzazione di tutto, per questo vediamo monopattini, bici , motorini ammassati principalmente nelle zone centrali. Invece questi mezzi dovrebbero avere una funzione trasportistica ben precisa e cioè quella di coprire l’ultimo miglio, quindi bisognerebbe dislocarli per la città, soprattutto a ridosso delle stazioni, delle fermate del bus, del tram e della metro”.
600 nuovi bus Atac entro il 2022. Poi siamo pronti ad assumere 150/200 autisti
Questo rientrerebbe anche nel suo progetto di Trasporto integrato, il Maas (Mobility as a service)?
“Il Maas sarà la vera rivoluzione del trasporto romano perché noi per 150 anni abbiamo sempre visto il trasporto dal lato del regolatore: Ferrovie mette a disposizione una linea, Atac mette a disposizione delle linee e l’utente si adatta a queste linee. Oggi, attraverso le App, possiamo cambiare la visione e vedere il trasporto dal punto di vista della necessità di spostamento dell’utente: quindi se un cittadino deve fare un percorso da A a B di un 13/14 chilometri, che è la media dello spostamento in città, attraverso il Mass saremo in grado di dirgli come fare, che mezzi deve prendere, per quanto li deve prendere e poi di applicargli una tariffa non immediata ma alla fine del suo spostamento, tariffa che terrà conto del suo comportamento virtuoso e quindi dell’uso di trasporto green. Stiamo anche inserendo il contapassi, perché anche quello è una modalità poco inquinante, riservata magari a chi ha più tempo: è una rivoluzione che coinvolgerà tutti i mezzi di trasporto, compresi taxi e ncc, di cui beneficerà tutta la città”.