CHE COS’È IL CONGESTION CHARGE

Il temine di origine inglese indica un provvedimento, utilizzato per la prima volta a Londra, che ha lo scopo di disincentivare l’uso del mezzo di trasporto privato e incentivare invece l’uso dei mezzi pubblici. Nella capitale inglese venne imposto un pedaggio per poter attraversare il centro della città con l’automobile. In Italia la prima città che ha applicato il modello è stata Milano, che nel 2011 ha istituito un pedaggio per i veicoli maggiormente inquinanti all’interno della ztl “Cerchia dei bastoni”. Un provvedimento che ha portato nella città meneghina a una drastica diminuzione delle emissioni di Pm10 e di ossido di azoto. Un provvedimento simile era stato approvato a Roma nel 2018 dalla giunta Raggi, ma non è mai entrato in vigore a causa delle divisioni interne nel Movimento 5 Stelle capitolino. Le dichiarazioni dell’assessore capitolino non hanno lasciato indifferente l’opposizione. I consiglieri di FdI Mennuni e De Priamo hanno criticato duramente le parole dell’assessore alla mobilità Patanè: ”Aumentano le tariffe delle strisce blu, si tassano i romani che usano il proprio autoveicolo per spostarsi. Queste le sconcertanti novità annunciate sulla stampa dall’Assessore alla Mobilità di Roma Capitale. Inattuabile a Roma, soprattutto la Congestion Charge. Una tassa odiosa che ha anche il sapore punitivo per i cittadini costretti a pagare un pedaggio per circolare nella propria città. Una tassa che nel nome richiama l’omologa imposta di Londra, metropoli dove tuttavia il servizio di trasporto pubblico è evoluto e molto efficiente e vanta 402 km di metropolitane, diverso quindi e di gran lunga superiore a quello di Roma”.
IL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE
L’associazione ambientalista ha presentato la scorsa settimana il rapporto Ecosistema Mobilità Roma 2022, che analizza il sistema della mobilità pubblica e privata romana. I dati raccolti nello studio fotografano una situazione poco sostenibile dal punto di vista ambientale. Secondo Legambiente Lazio nel 2021 nella capitale i valori massimi di PM10 sono stati sforati per 37 giorni. La città poi presenta un tasso di motorizzazione molto elevato con una media di 62 veicoli ogni 100 abitanti, e un calodel servizio pubblico. Il numero medio di viaggi sui mezzi pubblici annui di ogni abitante è passato dai 513 del 2015 ai 328 del 2020. Le metropolitane si sviluppano per soli 60 chilometri. I tram romani hanno tutti più di 15 anni, con un’età media di 34 anni. Le ferrovie concesse non godono di buona salute. Le piste ciclabili poi non sono sufficienti: appena 131 cm di percorso dedicato alla mobilità con le due ruote ogni 100 abitanti. Pessimo anche il dato relativo alle pedonalizzazione: ogni abitante a Roma gode di una superficie calpestabile pari a una mattonella di 42 cm di lato. Dati che non lasciano scampo alla capitale d’Italia e che la nuova amministrazione ha il difficile compito di migliorare.