A Capodanno le strade del centro storico potrebbero riempirsi di nuovo di carcasse di storni. L’anno scorso a mezzanotte e mezza centinaia di esemplari erano a terra, morti, stecchiti: l’ordinanza anti- botti dell’ex sindaca Virginia Raggi – in un anno in cui i festeggiamenti erano per lo più dentro casa a causa del coprifuoco e della “zona rossa” – era stata drammaticamente disattesa. Ma anche venerdì 31 dicembre non ci saranno grandi festeggiamenti, visti i contagi in risalita: le feste saranno per lo più in casa, tra lasagne, cotechino e tamponi. E come ogni anno dai balconi partiranno i botti, nonostante a vietarli stia arrivando l’ordinanza del sindaco Roberto Gualtieri.
Ma quindi il “grido d’allarme” del Comune, con cui in questi giorni si cacciano gli storni dal Centro, non funziona? “Funziona ed è l’unica soluzione possibile”, prosegue Manzia, “ma allontanare gli uccelli significa, di fatto, spostarli da un dormitorio all’altro. Un esempio: uno dei punti più critici è il lungotevere, dove la società incaricata dal Campidoglio interviene, ma non si può sapere dove poi gli storni si sposteranno” , prosegue l’esperta del Centro Fauna Selvatica, che si trova all’interno di Villa Borghere: qui il primo “ricoverato” del 2021 era stato proprio uno storno, trovato a terra agonizzante da un cittadino dopo la moria di qualche ora prima.
Era stato subito curato, mentre la vicenda finiva in procura. E se la Lipu invita i cittadini a rispettare l’ordinanza (che arriverà) del Comune, l’Organizzazione per la protezione degli animali chiede alle autorità competenti di vietare la vendita dei botti. “Lo ripetiamo ogni anno”, spiega il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto, “la vendita di petardi e fuochi d’artificio va vietata e le aziende riconvertite. Le ordinanze? Inutili, di fatto i controlli non esistono e ogni anno contiamo centinaia di esemplari morti e feriti tra la fauna selvatica e tanti animali domestici feriti o smarriti. È questione di salute, ordine pubblico e, soprattutto, di civiltà”.