Non solo un sindaco rattoppa-buche, ma sblocca-cantieri: sono tanti quelli in attesa di un ultimo ma decisivo via libera. Per lasciare un segno su Roma e per far ripartire la Capitale, Roberto Gualtieri ha una sola carta: rilanciare le grandi opere. La città dei progetti incompiuti, perfino appaltati e mai realizzati ha, infatti, bisogno di una ‘scossa’ urbanistica, una rigenerazione urbana, degna di una Città eterna che guarda al futuro. E allora, in risposta alle promesse elettorali, mentre partono i lavori per il rifacimento dell’asfalto sulle arterie principali (via Salaria, Portuense, Tuscolana e Casilina), si è tornati a parlare di cantieri abbandonati, progetti accantonati, finanziamenti scaduti. Vedi la Città del Nuoto diventata fantasma nel 2007 e la Vela di Calatrava a Tor Vergata ferma, ma anche il Campidoglio 2 che doveva nascere a Ostiense per liberare il Campidoglio da uffici amministrativi e trasformarlo in uno dei musei più belli al mondo. Ed ancora l’ex caserma Guido Reni, con la Città della Scienza, gli ex mercati generali, l’ex fiera, per non parlare infine dello stadio Flaminio, da ristrutturare.
SI PARTE DA TOR VERGATA
“Stiamo lavorando su tutte le diverse opere incompiute”, ha promesso il sindaco, “sono alla base del rilancio della Capitale. Abbiamo già aperto un tavolo col Demanio e il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sul complesso della Vela di Calatrava per una rivisitazione del progetto e per dotare finalmente l’università di Tor Vergata del collegamento su ferro. Siamo impegnati anche per sbloccare il prolungamento della metro B fino a Casal Monastero. Le risorse disponibili sono importanti. Ma possiamo incrementarle sia sul versante degli investimenti pubblici che privati. Sul fronte Tor Vergata il problema dei trasporti è fondamentale”, ha annunciato da parte sua l’assessore all’urbanistica Maurizio Veloccia, “Gualtieri da ministro ha ottenuto il passaggio dell’area dall’università al Demanio. Ed ora è importante soprattutto dare il via a quella che adesso è una certezza, la riqualificazione e prolungamento già finanziato, della linea del tram Roma-Giardinetti-Tor Vergata, un’opera che potrà essere disponibile già dal Giubileo del 2025. Il prossimo passo sarà quello di lavorare per far arrivare la metro”.
VERSO L’EXPO 2030
Rumors dal Campidoglio parlano anche della possibile destinazione nell’area degli 80 ettari, dove si erge abbandonata la Vela di Calatrava, per ospitare l’Expo del 2030, una zona che in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù nel 2000 aveva già accolto, senza intoppi, due milioni e mezzo di Papaboys. “Per poter ottenere la candidatura Roma, che ha già una forza simbolica enorme, deve presentare progetti credibili. Per questo siamo analizzando le ipotesi in campo a partire da quella della Tiburtina della giunta Raggi. Se non sarà percorribile faremo un’altra scelta”, ha chiarito Veloccia, sottointendendo appunto Tor Vergata. A lasciare un’apertura, mentre il presidente del VI Municipio Nicola Franco già festeggia, anche lo stesso sindaco: “L’impianto del progetto per l’Expo 2030 incentrato sulla rigenerazione urbana sarà confermato”, ha detto il sindaco, “Siamo al lavoro per individuare l’area ottimale”. Sul piatto ci sono già 15 milioni in 2 anni previsti dal Governo per la candidatura. Sul tema Expò 2030 si è lanciata anche Unindustria che chiede spazio ai privati nel comitato promotore, la cui presidenza è stata appena affidata all’ambasciatore Giampiero Massolo.
“Siamo pronti a fare la nostra parte per spirito di servizio. Auspichiamo che nella costituzione formale dei membri del Comitato promotore della candidatura di Roma ad Expo 2030 ci sarà spazio per una collaborazione tra pubblico e privato, in modo che anche i privati possano contribuire con proposte e idee”, ha detto il presidente di Unindustria Angelo Camilli. Camilli ha anche parlato dei potenziali effetti economici sulla città: “Le prime stime sono state elaborate sulla base dell’esperienza dell’Expo 2015 di Milano e rapportando quel genere di impatto sulle potenzialità di Roma, la Luiss ha calcolato che nell’arco di dieci anni la ricaduta sulla città potrebbe raggiungere i 45 miliardi di euro. Una grande opportunità perché l’Esposizione attiverebbe da subito investimenti e programmi di sviluppo, progetti da realizzare necessariamente con grande anticipo rispetto al termine del 2030”. In sostanza, per Camilli, la capitale potrebbe godere dei benefici già dal 14 dicembre, quando il sindaco Gualtieri e il ministro degli Esteri Di Maio presenteranno la candidatura romana insieme all’ambasciatore Massolo”.