Il Primo Ministro Mario Draghi sta cercando di bloccare il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti che ha concesso la facoltà di costruire edifici, fabbriche e impianti industriali su aree agricole. Una possibilità, quest’ultima, che non è consentita in nessuna altra regione d’Italia. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha presentato un ricorso alla Corte Costituzionale, massimo Organo giudiziario italiano, contro gli articoli 64 e 75 della Legge di Stabilità 2021 varata l’11 agosto scorso dal Consiglio della Regione Lazio – e già in vigore – che attualmente consentono di lottizzare anche aree verdi di pregio. Il ricorso giudiziario è stato depositato a metà ottobre, la prima udienza è attesa entro l’anno, la sentenza entro la prossima primavera.
B&B, HOTEL, RISTORANTI, FABBRICHE E INDUSTRIE SU AREE AGRICOLE
Andiamo per gradi. L’articolo 64 ha istituito la figura del multi-imprenditore, ossia un investitore che non sia strettamente legato al mondo agricolo, ma che abbia danaro per avviare un business su area agricola. Per ottenere questo diritto edificatorio su area agricola il multi-imprenditore dovrà però perseguire attività legate a settori predeterminati: turistico-ricettivo, gastronomico-ristorativo, sportivo, riabilitativo e di accoglienza-assistenza animali. Il multi-imprenditore potrà anche costruire fabbriche, sempre su area agricola, che siano in qualche modo legate al mondo dell’agricoltura, come ad esempio quelle che producono e/o confezionano marmellate o passate di pomodoro. Inoltre, viene concessa al multi-imprenditore anche la facoltà di costruire, sempre su aree ‘green’, anche impianti biogas, ossia dedicati al trattamento dei rifiuti: grosse strutture industriali dentro cui vengono trattati soprattutto rifiuti umidi (anche detti organici) provenienti dal Porta a Porta, la modalità di raccolta domiciliare della spazzatura urbana, ma dentro cui, spesso e volentieri, finiscono anche fanghi di depurazione, scorie di inceneritori e altri scarti industriali. In parole povere, se la Corte Costituzionale non accoglierà il ricorso del primo Ministro italiano, nel Lazio alla nuova figura del multi-imprenditore sarà concesso di costruire, su area agricola b&b, hotel, ristoranti, centri sanitari-riabilitativi, centri sportivi, centri di cura-accoglienza per animali domestici, fabbriche e anche grandi impianti industriali dedicati al trattamento della spazzatura, tutto questo scavalcando i Piani regolatori comunale.
FOTOVOLTAICO? MEGLIO SUI TETTI DELLE CASE
Sotto l’attacco del primo ministro Mario Draghi è finito anche l’articolo 75 della Legge di Stabilità del Lazio 2021 che – in sostanza – costringe i comuni ad indicare esplicitamente, tra le aree di competenza comunale, quindi non solo agricole, quelle non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici. In caso di inerzia dei comuni, la Regione potrà utilizzare il proprio potere sostitutivo. Un articolo di legge che sembra voler promuovere la proliferazione di impianti fotovoltaici su aree agricole, verdi e di pregio, a cui i comuni del Lazio si stanno opponendo sempre di più e sempre più ferocemente, preferendo i piccoli impianti installati sui tetti delle case, dove creano un impatto decisamente minore. Senza dimenticare che, spesso, dietro agli ingenti investimenti necessari per costruire i maxi-impianti su aree agricole si nasconde la malavita organizzata, come dimostrano numerose recenti inchieste giudiziarie.
DIETRO C’È LO SCONTRO ZINGARETTI-FRANCESCHINI
In questa vera e propria guerra giudiziaria è difficile certo non intravedere una riedizione di un precedente scontro che ha avuto luogo tra il 2019 e il 2020, sempre dinanzi la Corte Costituzionale, tra il Governo Conte II – su impulso di Dario Franceschini, allora Ministro ai Beni Culturali e Turismo, in quota Pd – e la Regione Lazio, in mano a Nicola Zingaretti dal 2013, suo compagno di partito, ma costante rivale nell’ambito delle correnti interne ai dem. Franceschini è stato poi riconfermato da Draghi al Ministero dei Beni Culturali e Turismo a febbraio 2021. Lo scontro, in quel caso, riguardava il Piano Territoriale Paesistico Regionale, più conosciuto come PTPR, una sorta di super piano regolatore che prevale sui Piani comunali e provinciali. Franceschini non aveva perdonato a Zingaretti le poche tutele previste – a suo dire – proprio per le aree agricole, verdi e vincolate del Lazio. Il ricorso venne accolto dai giudici della Corte Costituzionale a novembre 2020 e il Governatore Zingaretti e il suo potente assessore all’Urbanistica e Rifiuti Massimiliano Valeriani furono costretti al dietrofront. Ora ci risiamo: le proposte per lottizzare su area verde uscite dalla ‘porta’ del PTPR appena un anno fa, sono rientrate dalla ‘finestra’ della Legge di Stabilità 2021, nel silenzio assordante della stampa che sembra non essersi accorta di nulla.
IL FUNZIONARIO DI STATO: “NO AL BUSINESS DEL FINTO-VERDE”
“La Regione Lazio – così sostiene un funzionario di Stato a microfoni spenti – ha utilizzato in modo spregiudicato il Collegato al Bilancio, ossia una legge di programmazione economica nazionale, che viene poi recepita dagli Enti regionali, per introdurre modifiche urbanistiche non previste dal Governo. Tra l’altro, prima di giungere in Consiglio regionale l’11 agosto, gli articoli 64, 75 e 81 erano stati discussi ed approvati già dalla Commissione Bilancio del Lazio, presieduta da Fabio Refrigeri (PD), a fine maggio. Queste modifiche per lottizzare su area verde, quindi, hanno ricevuto un doppio via libera regionale, prima in Commissione e poi in Consiglio. Possibile nessuno se ne sia accorto?”.