CONFISCA DA 12 MILIONI AL CLAN FASCIANI DI OSTIA
La Guardia di finanza di Roma ha eseguito il decreto di confisca dei beni (7 società, una ditta individuale, 12 immobili tra Ostia e la città aquilana di Capistrello, nonché disponibilità finanziarie e un terreno) emesso dalla Corte d’Appello. La confisca di primo grado nei confronti dei Fasciani era stata decisa nel 2018. Ora, con la decisione della Corte di Cassazione, è diventata definitiva.
“Gli accertamenti svolti G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – si legge in un comunicato stampa delle Fiamme Gialle romane – sono stati incentrati sui vertici del clan, gravati da precedenti per fatti di estorsione, usura, traffico di sostanze stupefacenti e intestazione fittizia di
beni, nonché sui membri dei rispettivi nuclei familiari e hanno valorizzato le risultanze di precedenti operazioni di polizia ai fini dell’aggressione patrimoniale”.
PRESTANOME PER PROTEGGERE LE “LORO” ATTIVITÀ COMMERCIALI
“All’esito delle investigazioni è emerso che i rilevanti investimenti effettuati nel tempo – tra cui un noto
stabilimento balneare e varie imprese attive nel settore dei prodotti da forno – non trovavano copertura con i modesti redditi dichiarati dai due proposti e dai loro familiari. È stato altresì rilevato come, dopo i primi provvedimenti giudiziari emessi nei loro confronti, fosse stato adottato un complesso e articolato reticolo societario per schermare la riconducibilità delle attività commerciali dietro persone di fiducia, che fungevano, però, da compiacenti «prestanome»”.
Al termine dell’iter processuale contro il clan Fasciani di Ostia, l’intero ammontare dei beni di valore milionario è passato definitivamente nel patrimonio dello Stato.