Ad oggi, delle tre discariche oggi attive nel Lazio, due appartengono a Lozza, quella di Roccasecca (FR) e quella di Crepacuore (Civitavecchia). I clamorosi arresti riguardano invece da molto vicino i Romani e la martoriata area di Malagrotta e dintorni. Cioè la zona di Valle Galeria, tra undicesimo e dodicesimo Municipio, già funestata da decenni di sversamenti di rifiuti nello storico mega-immondezaio della Capitale.
CORRUZIONE E ALTRI REATI
Perché vengono contestati i reati di corruzione, concussione e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente? Secondo l’accusa, Lozza avrebbe ottenuto indebitamente l’autorizzazione a trasformare la discarica per i rifiuti inerti di Monte Carnevale in un nuovo sito di smaltimento dei rifiuti derivanti dal trattamento dell’immondizia di Roma. In pratica, per fare una seconda Malagrotta. L’ordinanza di arresto in via cautelare della Tosini e di Lozza è stata eseguita dai Carabinieri del del Comando Tutela Ambientale. La custodia cautelare viene disposta dal magistrato che indaga quando ritiene l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza, insieme al rischio che l’indagato fugga, inquini le prove o commetta gli stessi reati.
LA PAROLA AI GIUDICI
L’arresto dell’ingegner Tosini, che tra l’altro è anche vicesindaco e assessore all’ambiente nel Comune di Vetralla (VT) in quota PD, è l’ennesima tegola sulla Regione Lazio. Quello dei rifiuti, infatti, è un settore ciclicamente al centro di scandali e inchieste giudiziarie, oltre che giornalistiche. Anche se poi gli esiti processuali si sono risolti finora con clamorose assoluzioni di dirigenti, politici e boss del settore. Benché arrestati, l’ing. Flaminia Tosini e l’imprenditore Valter Lozza vanno considerati non colpevoli fino al terzo grado giudizio passato in giudicato. Ossia fino a quando la Cassazione non avrà eventualmente riconosciuto che hanno commesso reati, in questo caso per far realizzare la discarica a Monte Carnevale, la cosiddetta Malagrotta bis.