Presidente, commercio in crisi. Ma quanto in crisi? E quanto ha contributo il Covid dal punto di vista percentuale?
“Il commercio nella città di Roma è in estrema e delicata crisi. Possiamo così quantificarne i numeri nel nostro territorio: stiamo parlando di un fatturato che vale circa 14 miliardi di euro e corrisponde al 30% circa del PIL dell’intera città. Il commercio insieme alla ristorazione vede impiegati circa 350mila addetti e riguarda 126mila imprese. Una riduzione del 20/30% del fatturato ha per questo delle ripercussioni economicamente insopportabili per il nostro territorio. Il Covid si è sovrapposto ad una crisi strutturale preesistente del commercio romano, che sta portando a cambiamenti epocali. Si sta procedendo verso un commercio su piattaforma che si prevede coprirà il 40% del totale. Sostanziale è invece la tenuta dei centri commerciali, del commercio periferico e di vicinato, mentre si è creata una voragine nel commercio in Centro Storico, legato al commercio turistico, anch’esso in estrema sofferenza. Infatti, in questi casi, possiamo parlare di una riduzione percentuale molto importante, che possiamo ipotizzare intorno al 50%”.
Presidente, sarà un Natale di crisi ma anche di speranza? Che previsioni abbiamo per le feste?
“Sicuramente sarà un Natale di crisi, se confrontato con i volumi degli scorsi anni, visto e considerato che si tratta del periodo dell’anno in cui alcune attività registrano il fatturato più significativo. Tuttavia, per il periodo natalizio si prevede una ripresa, soprattutto per quel che riguarda i consumi legati al mondo agroalimentare. In fondo, anche se in maniera ridotta, si continuerà a fare i regali e per questo speriamo che la riduzione sia il più bassa possibile, magari attestandosi intorno al 10%”.
Come rappresentanza della categoria, quali iniziative avete messo in campo per risollevare o comunque dare una mano al commercio capitolino?
“La CNA di Roma, anche grazie alle risorse della Camera di Commercio di Roma e in alcuni casi della Regione Lazio, sta realizzando iniziative vanno soprattutto nella direzione di una digitalizzazione delle imprese e della trasformazione del Commercio digitale, anche per le piccole e medie imprese. Molti i progetti in cantiere, tra questi, c’è la costituzione di piattaforme per gli artigiani commercianti che stanno dando risultati positivi”.
Presidente, parliamo infine di governo nazionale e comune di Roma. Come giudica il loro operato in materia di rilancio della economia? Si poteva fare meglio: se si dove?
“Per quanto riguarda il rilancio della economia in generale questa non compete per molta parte al Comune di Roma, le strategie principali vanno prese per lo più in ambito nazionale e regionale. Il Governo Nazionale ha messo in campo alcune risorse quali i contributi per il ristoro di alcuni settori che però non sono stati in grado di compensare in modo significativo il mancato fatturato. Se alcune delle nostre aziende e alcuni settori produttivi, soprattutto quelli legati al commercio, al turismo e alla ristorazione, debbono restare chiusi per la nostra salute in piena emergenza sanitaria stare chiusi, questi dovrebbero essere risarciti in proporzione ai fatturati e ai redditi degli anni precedenti. Infatti, la crisi di questi settori riguarda la società tutta, per questo non è un problema che può essere sottovalutato. Per questo occorre mettere in campo subito delle misure specifiche e importanti che permettano la sopravvivenza delle imprese e la ripartenza, che non siano limitate alla cassa integrazione per i dipendenti”.