«Gli anestesisti rianimatori dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini dell’Unità Operativa Shock e Trauma – si legge – rigettano in toto le accuse loro rivolte in merito all’impiego sui pazienti di strumenti sporchi o infetti. È indubbio che il nostro ospedale – come tutti i nosocomi del nostro Paese – stia vivendo un momento particolarmente delicato della sua storia, ed è altrettanto innegabile che tutto il personale coinvolto nell’assistenza sia chiamato da giorni ad uno sforzo sovrumano per garantire assistenza sanitaria qualificata a tutti i pazienti, Covid e non. Tuttavia raccontare la stanchezza che questo carico di lavoro ci procura come elemento di causa di disinteresse ed incuria totale per il benessere dei malati, è qualcosa di assolutamente inaccettabile e falso. Un’accusa che davvero non ci aspettavamo, da chi fino a ieri ci dedicava attenzione chiamandoci ‘eroi’. Mai nessuno di noi si macchierebbe di un gesto tanto ignobile nei confronti di chi potrebbe essere nostra madre, nostro fratello, nostro figlio. A latere di questa vicenda poco decorosa che ci ha coinvolto nostro malgrado, a noi rimane la soddisfazione nell’incrociare lo sguardo grato di coloro a cui siamo riusciti a restituire un congiunto o di chi anche avendo patito una grande perdita ci ricorda con stima e affetto. A loro ed a chi in queste ore ci ha pubblicamente sostenuto e difeso va il nostro grazie, nella speranza che chi oggi ci denigra pubblicamente possa un giorno rendersi conto che non siamo nemici da combattere o abbattere mediaticamente ma alleati da difendere in una lotta che dovrebbe vederci tutti uniti».