I CANDIDATI
Non va meglio sul fronte Pd, come i 5S sempre alle prese da faide interne, che rendono impossibile la sintesi politica, prima di tutto all’interno del partito, e poi con gli alleati di governo nazionale. La carta di Carlo Calenda, così, per ora resta l’unica ‘attva’ a sinistra. Una autocandidatura, quella del leader di Azione, lanciata poche settimane fa senza accordi e preavvisi. ”Alla fine il Pd dovrà accontentarsi di me”, ci ha scherzato su Calenda. Del resto il nome in grado di rappresentare il patto con il Pd evocato da Di Maio non c’è. Anche i dem, che come chiarito da Nicola Zingaretti dovranno affrontare le primarie, prendono tempo. Da una parte si spera nei nomi di peso – David Sassoli su tutti – si pieghino a un ripensamento, mentre si tiene aperto uno spiraglio per un’intesa coi pentastellati. Dall’altra si lascia che, col passare del tempo, l’ipotesi Carlo Calenda tramonti da sola. Altro miraggio. Calenda, difatti, appare quanto vispo e battagliero. ”Le dichiarazione di Luigi Di Maio su Roma sono criptiche quasi quanto quelle del Pd”, ha twittato l’ex responsabile del Mise, ”Sembra un corteggiamento ottocentesco. Mezze frasi, passi avanti e ritrosie. Una parola chiara. Per Roma. Grazie”.
LITE SU BUS E METRO
Che fare allora? Virginia Raggi e Carlo Calenda resistono. E vanno avanti, a dispetto delle correnti contrarie, come gli unici candidati di peso nella corsa per aggiudicarsi la prima poltrona del Campidoglio. Calenda osserva la Raggi e sferra attacchi. Dopo le polemiche sullo stadio Flaminio e il piano presentato dalla sindaca per la sua riqualificazione, che però – attacca Calenda “non ha fondi né progetto” -, l’ex ministro prende di mira Raggi sul capitolo mobilità. “La soddisfazione della sindaca per l’attivazione dei nuovi bus della linea 344 di Casal Monastero lascia stupiti. Perché non è con gli annunci a favore di telecamera e taccuini che si convincono i romani”, ha lanciato un nuovo colpo Calenda mentre la prima cittadina presenta i nuovi bus Atac pronti a entrare in servizio nel quadrante est della città, tra Casal Monastero e San Basilio. ”Ai cittadini, invece,” attacca ancora Calenda, ”andrebbe spiegato che fine hanno fatto i suoi tre obiettivi del 2016 sulla mobilità: il prolungamento della metro B da Rebibbia a Casal Monastero passando per San Basilio e la funivia urbana Battistini-Casalotti”. “Di queste opere”, piccona ancora Calenda, ”non è partito neanche un cantiere e la società del Comune che ha in carico i progetti è stata messa in liquidazione. Per non parlare dei tre anni di ritardi accumulati dalla sindaca per portare la linea C fino al nodo di scambio con la linea B a Colosseo”.
RAGGI E DE SANTIS CONTRO CALENDA
Raggi, travolta da inaugurazioni e eventi, vedi la presentazione dei nuovi giardini di piazza Vittorio, lascia che sia l’assessore alla Mobilità Pietro Calabrese a replicare. “Calenda non sa neanche dove si trova Casal Monastero. Parla di periferie magari dall’attichetto della sua casa in centro a Roma. Evidentemente gli dà molto fastidio che la sindaca Raggi stia portando nuovi autobus proprio in quelle periferie, dove quando era ministro non l’hanno mai visto, neanche di sfuggita. Hanno solo dovuto subire le sue chiacchiere. Le sue false promesse. A Casal Monastero non saprebbe arrivarci nemmeno con l’aiuto del navigatore. Fa davvero ridere”. Nella mischia si lancia anche l’assessore al personale Antonio De Santis: “Alla faccia del ‘prendere per fessi i cittadini’… Ilva, Alitalia, Fincantieri, Almaviva, Mercatone Uno e tutti gli altri. Calenda dovrebbe riavvolgere il nastro e ricordare quanti lavoratori trattò come fessi. Ma si sa che l’umiltà non e’ la sua dote principale, quindi nessuno si aspetta che possa perlomeno chiedere scusa”.
LA DESTRA VIRA SU BERTOLASO
A destra, invece, Berlusconi, Salvini e Meloni sarebbero pronti a proporre sulla candidatura di Guido Bertolaso, ex sottesegretario di Berlusconi, dopo che è stata archiviata l’ipotesi del giornalista Massimo Giletti. Anche se il nome di Bertolaso, così si vocifera nelle segreterie dei partiti romani che contano, non avrebbe convinto ancora proprio tutti: ci sarebbero ancora alcune forti