La misura, decisa dal tribunale su richiesta della Procura di Roma, nasce dalla scoperta che i titolari delle due officine sversavano continuamente oli sintetici esausti nei pozzetti di raccolte delle acque e nel terreno adiacente. Gli accertamenti hanno consentito di appurare che, tra l’altro, smaltivano illecitamente eternit rompendo le lastre.
I due sono stati denunciati per inquinamento ambientale continuato, dato che le loro condotte “sono risultate fonte di inquinamento per le acque, per le falde acquifere nonché dei terreni – spiegano i carabinieri del Comando provinciale di Roma – con compromissione irreversibile dell’ambiente, costituendo altresì pericolo per la salute dell’uomo e dei lavoratori”.