Anche “Nature” che è una delle riviste scientifiche più prestigiose del mondo, ha fatto propria questa tesi, dimostrando, con uno studio, come gli istituti scolastici non siano focolai di Coronavirus. In Italia, nelle 65.000 scuole riaperte a settembre, al 6 ottobre sono stati individuati casi di positività solo in 1.212 istituti, vale a dire il 2%. E nel 93% dei casi è stata riscontrata la positività di un solo alunno che non ha trasmesso il virus a compagni e docenti. Lo stesso presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro ha dichiarato che l’ambito scolastico rappresenta il 3,8% di tutti i contagi.
I dati parlano chiaro – prosegue la Lomabrdi – e non possono essere politiche di parte a determinare la perdita del diritto all’istruzione per le giovani generazioni, con conseguenze che possono segnare pesantemente l’armonia dello sviluppo evolutivo. E sono eloquenti anche i numeri che giungono da altri Stati europei, i quali, sebbene in molti casi alle prese con l’aumento vertiginoso dei contagi molto più che in Italia, hanno deciso di mantenere le scuole aperte senza nessuna conseguenza negativa sulla curva epidemiologica. Senza parlare delle difficoltà della didattica a distanza per la quale molto poco è stato fatto dalle Regioni, nonostante i fondi stanziati dal Governo da diversi mesi, che avrebbero potuto agevolare quella disparità di trattamento per gli studenti che non possono permettersi l’utilizzo di strumenti indispensabili come tablet, pc o smartphone e avrebbero dovuto dotare gli istituti di una connessione adeguata, nella malaugurata ipotesi di un ricorso, per brevi periodi, alla didattica digitale o integrata.
Far pagare alle famiglie le inefficienze della politica e della cattiva amministrazione, significa mettere la testa sotto la sabbia per non ammettere l’incapacità delle Regioni e dei Comuni nel potenziamento dei mezzi pubblici e per non riconoscere l’inadeguatezza della sanità territoriale che già soffriva di forti carenze e per la quale da marzo scorso non si sono visti provvedimenti seri per renderla più efficace.
E allora basta con questo rimbalzo di responsabilità, perché la scuola, oltre ad essere un luogo molto più sicuro di altri, è imprescindibile per lo sviluppo armonico dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze e va garantita in presenza per non rendere ancora più acute le difficoltà delle famiglie già pesantemente gravate dall’emergenza sanitaria che sta sconvolgendo la quotidianità.
Che sia chiaro una volta per tutte che i contagi in ambito scolastico non sono la causa, ma l’effetto della pandemia».