“Come Verdi-EV di Roma abbiamo inviato una segnalazione alla Sindaca Raggi, all’Assessore ai Trasporti Calabrese e alla Procura della Repubblica di Roma in relazione al vergognoso blocco delle scale mobili nella stazione della Metro A Termini e in molte altre della rete: si tratta di un disservizio inaccettabile che perdura almeno dalla metà dello scorso mese di settembre e che in tempi di pandemia va oltre l’ inefficienza e sconfina nell’irresponsabilità”.
Così i coportavoce dei Verdi-Europa Verde di Roma, Guglielmo Calcerano e Silvana Meli, che proseguono: “Da mesi chiediamo alla Giunta a 5 Stelle di guardare con attenzione al trasporto pubblico locale, incrementando le corse con misure straordinarie e differenziando gli orari di uffici e commercio, ma purtroppo ATAC, prigioniera del concordato preventivo voluto dalla Sindaca, oggi non è in grado di garantire neppure il proverbiale minimo sindacale”. “Oltre alla odiosa discriminazione nei confronti di chi ha difficoltà di deambulazione, – concludono Calcerano e Meli, – costringere i passeggeri ad assieparsi sulle poche scale mobili funzionanti, a fare la fila per l’ascensore, o addirittura a risalire a piedi in superficie in processione, facendo lo slalom tra pollaio, jersey e transenne, è un atto di sottovalutazione del rischio di contagio e di totale indifferenza rispetto ai bisogni di gran parte della cittadinanza, a cui si stanno chiedendo duri sacrifici, pur necessari, e non si garantisce la possibilità di evitare assembramenti su una scala mobile”.
Così i coportavoce dei Verdi-Europa Verde di Roma, Guglielmo Calcerano e Silvana Meli, che proseguono: “Da mesi chiediamo alla Giunta a 5 Stelle di guardare con attenzione al trasporto pubblico locale, incrementando le corse con misure straordinarie e differenziando gli orari di uffici e commercio, ma purtroppo ATAC, prigioniera del concordato preventivo voluto dalla Sindaca, oggi non è in grado di garantire neppure il proverbiale minimo sindacale”. “Oltre alla odiosa discriminazione nei confronti di chi ha difficoltà di deambulazione, – concludono Calcerano e Meli, – costringere i passeggeri ad assieparsi sulle poche scale mobili funzionanti, a fare la fila per l’ascensore, o addirittura a risalire a piedi in superficie in processione, facendo lo slalom tra pollaio, jersey e transenne, è un atto di sottovalutazione del rischio di contagio e di totale indifferenza rispetto ai bisogni di gran parte della cittadinanza, a cui si stanno chiedendo duri sacrifici, pur necessari, e non si garantisce la possibilità di evitare assembramenti su una scala mobile”.
29/10/2020
