A spiegare come stanno le cose è il responsabile del sindacato Faisa Sicel, Claudio De Francesco. «La gente si è incattivita, le regole non vengono rispettate e gli autisti sono stati abbandonati – racconta -. Per questo abbiamo organizzato dei corsi di autodifesa grazie a istruttori che si sono offerti di farlo gratuitamente e abbiamo distribuito spray al peperoncino, specificando ai conducenti dei mezzi di utilizzarli solo in caso di estrema necessità e dopo aver contattato le forze dell’ordine. Fortunatamente fino ad adesso non è ancora mai servito».
Secondo quanto ricostruito le aggressioni avvenute a Roma sono innumerevoli. «Sono 42 dal lockdown ad oggi e nell’ultimo caso, avvenuto a Fidene, l’autista è stato portato al pronto soccorso e ricoverato per le ferite riportate. Aveva solo chiesto a un gruppo di ragazzi di indossare la mascherina a bordo ed è stato preso a calci». De Francesco spiega anche che non spetterebbe agli autisti dei bus Atac far rispettare le regole, ma che lo fanno solo su richiesta dei passeggeri per senso civico. «Dovrebbe essere la Polizia Locale a verificare che tutti indossino le mascherine a bordo, ma questo non avviene e ci troviamo a viaggiare con persone che non rispettano le disposizioni. A noi spetta il compito di non far partire l’autobus se la capienza è superiore al 50%. Ma quando alcuni passeggeri ci chiedono di intervenire per viaggiare in sicurezza lo facciamo e troppe volte è finita male. Per questo abbiamo deciso di essere pronti in caso di situazioni pericolose, nella speranza che non arrivi il giorno in cui mettere in pratica quello che abbiamo imparato».