Assessore Di Berardino, la pandemia ha generato una pesante crisi nel mondo del lavoro e dell’economia. Qual è la situazione del Lazio?
“A un anno e mezzo dall’inizio della crisi epidemiologica la battaglia contro il virus è ancora in corso, ma grazie a tutte le misure di contenimento dei contagi e, soprattutto, alla massiccia campagna di vaccinazione messa in atto, guardiamo con speranza al prossimo futuro. Lo affermiamo nella consapevolezza che le varianti rappresentano un problema aperto ma anche orgogliosi di quanto il Lazio ha saputo fare per fronteggiare l’emergenza. Siamo la regione che è stata meno tempo di tutte in zona arancione/rossa con evidenti ripercussioni positive sull’economia locale, consentendo alle imprese di rimanere maggior tempo più aperte. Il Lazio è anche la prima regione italiana per crescita dell’occupazione negli ultimi 10 anni: +6,5%, una crescita quasi 4 volte superiore alla media italiana (+1,7%). È evidente che il coronavirus non ha messo a rischio non solo la nostra salute ma ha sconvolto gli equilibri in interi settori chiave della nostra economia. Il blocco dei licenziamenti e il ricorso alla Cassa Integrazione hanno permesso di contenere l’impatto sull’occupazione ma che comunque ha registrato una flessione significativa, specialmente per categorie notoriamente già fragili sul mercato del lavoro: precari, donne e giovani. A questo si sono aggiunti calo del PIL e una significativa contrazione delle esportazioni (-10%). Numeri drammatici, ma che avrebbero potuto esserlo molto di più, se non avessimo messo in campo, in sinergia con le Istituzioni nazionali, un’azione poderosa di contrasto alle ricadute socio-economiche. Le misure messe in atto sono state molteplici. In un anno abbiamo stanziato oltre 570 mln di euro sotto varie forme. E di questi ne abbiamo spesi 370, pronti a spendere anche i restanti”.
Come Regione avete dei provvedimenti che possano aiutare le imprese e i lavoratori per la fase della ripresa?
“In vista del termine del blocco dei licenziamenti e prima di vedere realizzata la riforma degli ammortizzatori sociali, a inizio della primavera di quest’anno abbiamo elaborato un complesso piano di Politiche attive del Lavoro, dotato di risorse particolarmente significative: 245 milioni di euro. Il nostro obiettivo è realizzare un ponte verso il lavoro, per accompagnare il mondo del lavoro nella delicata fase della ripartenza, creando basi solide per un futuro di crescita e di sviluppo. Il piano è dedicato in particolare alle categorie rimaste più colpite dalla crisi: i giovani, le donne, le persone con disabilità, i disoccupati e i percettori di ammortizzatori sociali ma anche alle imprese in difficoltà, sostenendole nei percorsi di formazione e riqualificazione professionale e nei processi di transizione. Abbiamo previsto 21 diverse misure, capaci di innestarsi in modo virtuoso sui processi di formazione e aggiornamento professionale, accompagnamento e reinserimento al lavoro, ingresso nel mondo del lavoro e che sostengono l’autoimpresa. Ulteriore elemento valorizzante, è che il piano è stato elaborato dopo un processo di ascolto e confronto con tutte le parti sociali, 22 tra organizzazioni datoriali e sindacali che hanno poi sottoscritto un Protocollo d’intesa. Tra le 21 misure, alcune sono già partite con avvisi pubblici, come quelle dedicate ai giovani e agli adulti disoccupati, quello per aiutare le imprese a fare formazione e riqualificazione professionale, o quello per aiutare le donne vittime di violenza a trovare lavoro. Non solo, in questo complesso processo di sostegno e accompagnamento alla ripartenza, si innesta un piano di semplificazione e di potenziamento dei servizi ai cittadini e imprese. Stiamo portando avanti scelte che garantiscano l’accesso ai grandi servizi pubblici, perché cittadini e attività economiche vi si affidino per migliorare la qualità della vita e la competitività. Tra le varie azioni è da sottolineare la riforma dei centri pubblici per l’impiego, che da 35 arriveranno a 50 con l’ingresso di nuove e alte professionalità nel loro organico. Stiamo completando le procedure concorsuali che permetteranno l’assunzione di 350 nuovi dipendenti e il funzionamento a pieno regime della nuova agenzia del lavoro regionale Spazio Lavoro, che sarà dotata di un osservatorio sul mercato del lavoro e che valorizzerà il rapporto tra imprese e disoccupati/lavoratori. I centri per l’impiego dovranno essere efficaci, efficienti, moderni, competitivi”.
Qual è il grado di dialogo e di lavoro comune con gli altri attori (sindacati, terzo settore, associazioni di categoria) per cercare di affrontare al meglio il problema?
“La concertazione è sempre stata una caratteristica della nostra politica, convinti che condividendo strategie e azioni si possano intercettare e dare risposte a tutti i bisogni e ottenere risultati più efficaci. Oggi più che mai questo elemento è fondamentale. Solo grazie a sforzi comuni e condivisi crediamo si possa uscire vincenti da questa crisi. Non a caso il Piano di politiche attive del lavoro da 245 milioni di euro è stato preceduto da un lungo confronto con le parti sociali e datoriali che ha portato alla sottoscrizione di un Protocollo d’intesa”.
Situazione scuole: quando inizierà e come si sta preparando al nuovo anno scolastico?
“Le scuole nel Lazio riapriranno il 13 settembre. La data è stata definita a seguito del confronto con il mondo della scuola, a cominciare dall’ufficio scolastico regionale, e in linea con valutazioni relative alla gestione dei contagi del Covid-19. La situazione dei contagi, come sappiamo, è in divenire. Nel frattempo occorre lavorare, da subito, per organizzare al meglio tutti gli aspetti legati alla riapertura. Come Regione Lazio continuiamo a mettere la scuola tra le nostre priorità, augurandoci che il prossimo anno non sia più condizionato dalla pandemia. Tra gli obiettivi, quello di permettere le lezioni in presenza per tutte le classi. L’ultimo studio Invalsi ha certificato come la Dad sia stata un fattore di impoverimento per la formazione degli studenti italiani, aumentando anche i rischi sulla dispersione scolastica”.
Come Regione vi sono dei provvedimenti?
“Il contrasto alla dispersione scolastica è una nostra battaglia. I mesi di didattica a distanza, resi necessari per il contrasto alla pandemia, hanno acuito il fenomeno, contro il quale bisogna intervenire in modo deciso, con una pluralità di azioni e contrastando tutte le diverse cause. Questa settimana abbiamo firmato un protocollo con l’ufficio scolastico regionale e l’associazione Save the Children per un progetto che permetterà un valido contributo per monitorare costantemente il fenomeno della dispersione e per instaurare una rete virtuosa di sostegno ai ragazzi. In particolare, si prevede il coinvolgimento degli studenti universitari per offrire lezioni gratuite ai ragazzi più in difficoltà. La solidarietà e il rapporto tra studenti adulti e studenti più giovani è una chiave particolarmente vincente, perché oltre al contenuto nozionistico gli universitari possono rappresentare un modello, un esempio e un’ispirazione per i più piccoli. Inoltre per questa estate abbiamo messo a disposizione 1,5 milioni di euro per finanziare interventi di socializzazione come gite e viaggi di istruzione. II programma è pensato per coinvolgere i ragazzi in situazioni di gruppo e condivisione, recuperando quella distanza patita nell’ ultimo anno e coinvolgendo in particolare coloro che vivono in famiglie con condizioni economiche maggiormente svantaggiate. L’inclusione sociale, in sintesi, come chiave di inclusione e contrasto alla dispersione”.