La questione agita da tempo i sonni dei balneari, visto che la direttiva europea firmata dall’olandese Frits Bolkestein prevede che anche loro devono partecipare a gare pubbliche europee per poter avere il suolo pubblico in concessione e svolgervi la loro attività. Cosa peraltro caldeggiata da molti cittadini e associazioni che temono la “privatizzazione” dei lidi.
«Il Ministro non è stato della stessa nostra opinione – prosegue il leader dei balneari – e sfuggendo ad un confronto per consentirci di mettere a fuoco l’inefficacia del testo in approvazione (cioè il decreto Rilancio, ndr) si è limitato a dire che l’estensione invece è specificata e che con quella norma sarà applicata. Prima che il Ministro si ritirasse nuovamente nel Consiglio dei Ministri gli ho rappresentato con decisione che se non ci sarà una formulazione scritta con chiarezza sull’estensione delle concessioni, noi non saremo in condizioni di aprire gli stabilimenti balneari vista l’imminente scadenza al 31 dicembre 2020».
Assobalneari punta il dito anche contro le precauzioni anti-coronavirus per le spiagge diramata dall’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro. «È di questa giornata l’acceso dibattito sulle linee guida INAIL, improponibili e irricevibili; ma vorrei porre l’attenzione sul fatto che, seppur il problema appare importante, diventa secondario di fronte alla mancanza del rinnovo della concessione. Non vorrei che il “siluro INAIL” fosse stato creato appositamente per distogliere l’attenzione dal problema principale legato al mantenimento della concessione. Credo che la norma sarà varata in questi termini. La possibilità che avremo sarà di mobilitarci tutti per ottenere le modifiche con emendamenti in sede di riconversione in legge dell’insoddisfacente e inadeguato decreto che crea non pochi problemi non solo alle imprese balneari ma a tutto il sistema del Turismo».
Tornando alle concessioni, il presidente di Assobalneari insiste sottolineano che la norma sarebbe ambigua e suscettibile di interpretazione, quindi non garantirebbe le imprese del settore: «Nell’enunciazione dell’articolo che abbiamo potuto leggere ieri sera (13 maggio. ndr), mentre il Consiglio dei Ministri discutevea i Decreto Rilancio, non si fa un riferimento esplicito all’estensione delle concessioni. Le norme devono essere chiare, leggibili e comprensibili… Incominciamo a modificare a modificare questo modo di approcciare ai problemi semplificando il linguaggio burocratico e normativo. Si tratta di essere chiari sul proposito: se è vero che questo Governo vuole prorogare le concessioni, lo deve scrivere in modo chiaro e inequivocabile, non con un inciso all’interno di un articolo. Le concessioni sono oggetto della legge 145 del 2018 e la perversione del sistema esige che ciò venga rafforzato da una nuova norma, perciò devono scrivere in modo chiaro che le concessioni vanno prorogate, altrimenti i Comuni possono non dare tale proroga. Speriamo che il testo sia stato modificato accogliendo le nostre richieste che ho manifestato nell’accalorato scambio con il Ministro, anche se sono molto scettico».
L’articolo in questione è il numero 187 ter del cosiddetto Decreto Rilancio. Non resta che attenderne la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.