COME FUNZIONAVA IL MODUS OPERANDI
Le attività investigative sono scaturite a seguito delle denunce presentate da parte di due persone, alle quali erano stati sottratti rispettivamente 20.000 euro e € 75.000 euro in contanti. Le indagini hanno consentito di individuare l’esistenza di un gruppo criminale che agiva presentandosi falsamente come intermediari della Santa Sede o di una inesistente finanziaria Lussemburghese Eurozone s.a., offrendo cospicui finanziamenti a condizioni particolarmente vantaggiose senza la richiesta di garanzie patrimoniali personali.
INCONTRI IN CHIESA, PER GIUSTIFICARE LA PROVENIENZA DALLA SANTA SEDE
Dopo numerosi incontri, che solitamente avvenivano, per carpire la buona fede delle parti lese, nei pressi della Santa Sede o all’interno di Istituti religiosi aperti al pubblico, a conclusione dell’accordo, richiedevano ed ottenevano dalle ignare vittime denaro contante per l’intermediazione o come saldo di una fidejussione emessa a garanzia del prestito, consegnando falsi contratti. Sparivano quindi nel nulla all’atto dell’incontro finale presso inconsapevoli Istituti di Credito, Chiese o Uffici muniti di uscita secondaria, dalla quale si allontanavano dopo essersi fatti consegnare la somma di denaro per il presunto deposito presso quell’edificio.
INDIVIDUATO IL SODALIZIO
Sono stati identificati compiutamente undici soggetti e stabilito il loro ruolo all’interno del sodalizio e individuate di volta in volta le vittime, evitando che il reato fosse portato ad ulteriore conseguenza, consentendo di recuperare 30mila euro in contanti restituiti ai proprietari. Cinque persone sono state arrestato e una denunciata.
INCASTRATI DAI CARABINIERI VESTITI DA SACERDOTI
Tra i vari episodi rilevanti, quello che delinea maggiormente il rodato modus operandi del sodalizio criminale e la scaltrezza acquisita dai vari soggetti, è quello avvenuto in data 20 aprile 2018, in Piazza Esedra, all’interno della Basilica S. Maria degli Angeli e dei Martiri.
Dopo diversi appuntamenti, i rei si sono fatti consegnare 15.000 euro in contanti, corrispondenti al pagamento di una fidejussione per un prestito di 500.000 euro che sarebbe stato elargito dalla sedicente Eurozone S.a. (società che fittiziamente asserivano essere riconducibile al Vaticano), facendo poi attendere, con una scusa, le vittime all’interno della basilica e tentando di dileguarsi uscendo dall’uscita posteriore, dove però sono stati fermati dai militari della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina, che avevano assistito alla scena camuffati da sacerdoti.
I SOLDI RECUPERATI E GLI ARRESTI
Al termine dell’attività di indagine, i soggetti sono stati ritenuti responsabili di venti truffe consumate o tentate, con un danno totale pari a 1.630.000 euro (di cui 160.000 suddivisi tra i vari sodali), di una rapina consumata per un importo di 3000 euro e di un furto con strappo per un importo di 75.000 euro.
I cinque soggetti, rintracciati a Roma e Provincia, sono stati sottoposti alle misure cautelari, uno agli arresti domiciliari e quattro all’obbligo di presentazione in caserma, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.