BASTOGI: TESTIMONE DI UN PROCESSO PER DROGA COSTRETTO A RITRATTARE
Secondo gli inquirenti, i fatti si sarebbero svolti così. I familiari di una donna arrestata per spaccio si sono presentati a casa di un uomo che doveva testimoniare nel processo a suo carico: dopo averlo fatto uscire con una scusa, lo hanno picchiato accusandolo di essere un «infame».
La vittima, nei giorni successivi, ha deciso di andarsene da Bastogi per sottrarsi ad altre minacce, ma i parenti della pusher hanno continuato, concentrando la propria attenzione sui familiari del testimone. L’ultimo avvertimento è arrivato il giorno del processo, nei corridoi del tribunale, quando un familiare dell’indagata, incontrando il teste, lo ha ulteriormente minacciato.
A quel punto la vittima si è convinta ad assecondare gli aguzzini, e in aula ha ritrattato tutte le dichiarazioni rese in fase di indagine, credendo così di chiudere definitivamente la vicenda. Invece i malviventi si sono ripresentati, chiedendogli stavolta un “risarcimento danni” in denaro e picchiandolo con una mazza da baseball nel parcheggio di un supermercato.
LA DENUNCIA ALLA POLIZIA E LE INDAGINI
Solo a questo punto la vittima ha deciso di rivolgersi alla Polizia di Stato, e ha raccontato tutto agli investigatori del XIII Distretto Aurelio. I poliziotti, dopo una serie di accertamenti, hanno accertato la veridicità di quanto denunciato e sono riusciti ad individuare i quattro presunti responsabili. In primis proprio la 45enne che era stata accusata di spaccio, e poi le altre tre persone: due romani di 32 e 26 anni e un 22enne originario del Marocco che, a vario titolo, avrebbero concorso nel reato (art. 611 del codice penale).
La magistratura ha quindi emesso un’ordinanza di custodia cautelare per tutti gli indagati: in carcere per B.O. e D.V.S. – rispettivamente la donna 45enne e il ragazzo 26enne – agli arresti domiciliari per gli altri due indagati, ovvero S.O. e P.T..