Il 18 febbraio 2008 tre malviventi avevano assaltato il negozio del gioiellerie Guido Gianni, ed avevano minacciato di uccidere la moglie con una pistola, che solo successivamente si era rivelata essere a salve. Il gioiellere, tentando di difendersi, ha impugnato la propria pistola ed ha ucciso due ladri, ferendo il terzo. Per undici anni, la vita del gioiellere, è proseguita normalmente anche se lo stesso commenta: “l’incubo non è mai finito”
Ma la Corte D’Assise di Catania, undici anni dopo, decide di condannare Guido Gianni a 13 anni di carcere per la morte di Davide Laudani e Sebastiano Catania e il ferimento di Fabio Pappalardo. Infatti, il pubblico ministero, non prende in considerazione l’ipotesi di “legittima difesa”, da sempre portato avanti dai legali del gioiellerie.
Il pm riteneva invece che la vittima avrebbe sparato i colpi mortali durante la fuga dei ladri, quindi a pericolo scampato. I legali di Guido Gianni si sono prontamente opposti ed hanno presentato ricorso, sostenendo la tesi della legittima difesa.
Il gioielliere, abbattuto, non comprende i motivi della condanna e si sente vittima di un’ingiustizia, accusato di essere passato da vittima a carnefice.
L’ex Ministro Matteo Salvini, leader della Lega, scrive “Vergogna! La “giustizia italiana conadanna alla galera il commerciante aggredito con la moglie minacciata di morte. Io sto con chi si difende, sempre”.