Niente “poteri speciali”, non cambierà il potere nelle mani del prossimo sindaco di Roma che vincerà la contesa elettorale di ottobre, ma almento aumenteranno i fondi a sua disposizione.
È sfumata la battaglia ingaggiata dai vertici nazionali e romani del M5S per concedere più poteri al primo cittadino della Capitale, caldeggiata dal Ministro (ed ex capo politico del M5S) Luigi di Maio e dalla sindaca Raggi. Ma, certo, chiunque sarà il prossimo capo del Campidoglio avrà un posto riservato e in prima fila sul tavolo per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che il Governo Draghi ha appena istituito, insieme alle principali forze economiche e sociali, per rafforzare e velocizzare l’attuazione del Recovery Fund europeo, ossia la distribuzione e l’uso concreto della pioggia di fondi in arrivo dalla Comunità Europea per mettere il turbo – così si spera – all’economia italiana e romana, dopo il brusco stop generato dall’emergenza sanitaria seguita alla diffusione del Covid.
UN POSTO D’ONORE AL TAVOLO NAZIONALE
Al primo cittadino di Roma sarà garantito un posto d’onore al tavolo nazionale. Una decisione arrivata a sorpresa, grazie ad un emendamento al decreto legge nazionale n.77 che istituisce il PNRR proposto dai due deputati Annagrazia Calabria (Forza Italia) e Roberto Morassut (Pd), entrambi romani. Emendamento da loro proposto nella ‘Commissione nazionale Affari Costituzionali e Ambiente’ a metà luglio e che punta a rafforzare il peso specifico della Capitale a livello politico, oltreché per l’appunto ad aumentare la quantità di fondi a sua disposizione. L’emendamento è stato poi subito approvato da tutte le forze politiche. L’emendamento sembra una sorta di ‘patto per Roma’ che segna una tregua istituzionale in vista dell’elezione del sindaco e rispetto ai toni roventi che stanno caratterizzando la campagna elettorale e lo scontro tra i principali quattro candidati sindaci.
IL GIUBILEO 2025
Una decisione, quella di dare più peso politico oltreché economico alla Capitale, che è il preludio ai dei due grandi appuntamenti di rilancio della città, a partire dal Giubileo 2025. Giubileo per cui sono in programma un mix di investimenti e progetti speciali, che verranno finanziati proprio coi fondi del Recovery Fund. Sul fronte dei trasporti, si parte dal commissariamento in vista per la realizzazione della metro C, con una spesa stimata di circa 2,5 miliardi di euro totali, in modo da inaugurare la fermata di piazza Venezia appena in tempo per la prossima apertura della Porta Santa. A completare la direttrice per San Pietro ci sarà poi anche il tram Termini-Vaticano- Aurelio, una tratta che da sola costerà da 250 milioni.
LE AREE VERDI DI ROMA
Nel pacchetto di opere in arrivo per Roma, capitale dell’audiovisivo, c’è un potenziamento e ampliamento degli studios di Cinecittà. E poi ancora i fondi per la sistemazione dell’area archeologica dell’Appia Antica, delle aree pubbliche di Guido Reni e del Foro Italico. In arrivo ci sono anche investimenti sul settore Sport. A Tor Vergata arriveranno prima 25 milioni per chiudere una vecchia e mai risolta transazione tra il Ministero dell’Università e la Ricerca e l’università di Tor Vergata. Poi il progetto migliore per completare le incompiute Vele di Calatrava. All’Eur è invece il Credito sportivo a investire: nell’ex Velodromo, abbattuto tra le polemiche, si farà climbing e skate, e un po di edilizia residenziale e commerciale, questo il programma che Eur spa ha reso pubblico da tempo. Poi sarà necessario vagliare ed alla svelta anche i 159 progetti presentati dall’amministrazione Raggi per accedere ai fondi europei, puntando su opere facilmente cantierabili e interventi da lasciare in eredità alla città, tra cui i principali riguardano la digitalizzazione della pubblica amministrazione e dei suoi archivi. A completare il quadro, infine, sarà il Forlanini: se la candidatura andrà a buon fine, in una sua parte dovrebbe finire la sede dell’Agenzia europea per la ricerca biomedica e in un’altra ala la costruzione del primo grande Politecnico di Roma e del Lazio.
EXPO 2030
Oltre al Giubileo 2025, ci sarà anche l’Expò 2030. A quindici anni esatti dall’ultimo Expo di Milano, tutti e quattro i principali candidati sindaci alle prossime elezioni capitoline hanno firmato una lettera indirizzata al premier Mario Draghi che chiede formalmente che Roma sia candidata all’Esposizione internazionale. C’è la volontà comune, questo emerge pubblicamente, che la città possa ospitare questo evento. Nella missiva, rilanciata in una nota dal Campidoglio e firmata a quattro mani in ordine alfabetico a fine giugno, si legge il testo indirizzato all’ex leader della Banca Centrale Europea: “L’Expo 2030 – scrivono i quattro candidati sindaci: Calenda, Gualtieri, Michetti e Raggi – può rappresentare una grande opportunità per il rilancio definitivo di Roma come importante metropoli internazionale, in grado di attrarre investimenti, proporre al mondo grandi progetti di innovazione e rigenerazione urbana, rilanciare il lavoro e l’economia dell’intero Paese. Per questo chiediamo al presidente del Consiglio Mario Draghi, e all’intero Governo, di candidare l’Italia e la sua Capitale a ospitare l’Esposizione Universale nel 2030. Abbiamo la possibilità di coniugare due eventi eccezionali come il Giubileo del 2025 e l’Expo 2030. Non possiamo perdere – dichiarano all’unisono i quattro candidati sindaco – un’occasione irripetibile. E noi siamo pronti a lavorare insieme per coglierla. È necessario che le Istituzioni e le forze politiche, sociali e produttive del Paese siano unite per avanzare una candidatura solida, capace di presentare l’Italia e Roma come modelli per lo sviluppo futuro delle città e delle società contemporanee, in un’ottica di sostenibilità e inclusione”.
ROMA CONTRO MOSCA, RIYAD E BUSAN
Mosca si è già candidata ad ospitare l’Expò 2030. Poi, oltre a Roma, ci sono anche la coreana Busan e Riyad, capitale dell’Arabia Saudita. La candidatura capitolina si basa sul tema della ‘rigenerazione urbana e della città orizzontale’, ossia verde, sostenibile, dagli spazi ampi. Il Campidoglio ha già messo gli occhi su tre aree: l’ex Sdo di Pietralata alle spalle della metro Tiburtina, la valle dell’Aniene e il Tiburtino Est. Tra le idee c’è quella di rendere lo stesso Aniene navigabile per l’inizio dell’Esposizione in nome della “mobilità dolce” e di riqualificare l’ex Penicillina, gigante occupato, sgomberato e poi abbandonato. Si parte con un investimento di 2 milioni di euro per poi puntare ad attrarre altri investimenti. E ci sarebbero già risposte di grande interesse da parte di palazzo Chigi.